Un testo imprescindibile per comprendere, con profondità di analisi, una storia finalmente inclusiva dei “primi custodi del giardino” americano.
In libreria, con Neri Pozza, per la collana I Colibrì, un saggio di grande impatto sul contributo decisivo dei nativi nella formazione degli Stati Uniti d’America, dal 1500 in poi: “La riscoperta dell’America”, di Ned Blackhawk (pp.720 – € 39).
È possibile immaginare un giardino dell’Eden americano non coltivato dai suoi custodi originari? Esiliati dalla storia delle origini, i popoli indigeni attendono la narrazione di una storia che li includa. L’America, dopo tutto, è nata grazie al giardino delle loro terre d’origine.
La storia dei nativi americani è tristemente nota per la spoliazione dei territori, la soppressione della cultura, l’esilio forzato, l’esclusione dalla storiografia ufficiale; insomma, il lato oscuro, e spesso taciuto, del sogno americano.
Ma, nonostante tutto, lungi dall’essere semplici vittime o “selvaggi” ingabbiati negli stereotipi hollywoodiani, i popoli nativi sono stati partecipi attivi della formazione degli Stati Uniti d’America fin dalle origini.
L’Autore del saggio “La riscoperta dell’America”, Ned Blackhawk – quest’ultimo è un membro della tribù Te-Moak degli Shoshoni del Nevada e storico dell’Università di Yale – con quest’opera monumentale offre un contributo determinante per riconsiderare la storia americana. Questo lavoro, che sfugge a ogni tentazione agiografica, analizza cinque secoli di interazione tra nativi ed europei, restituendo ai primi lo spazio fondamentale che meritano nel mito fondativo della nazione a stella e strisce.
“La riscoperta dell’America”, vincitore del National Book Award nel 2023, è un testo imprescindibile per comprendere, con profondità di analisi, una storia finalmente inclusiva dei “primi custodi del giardino”. Una storia in cui i nativi americani diventano, a pieno titolo, i protagonisti del sogno americano, una forza motrice essenziale, attiva e determinante.
L’Autore, con questo saggio, demolisce gli stereotipi di genere sui nativi. Egli non si limita a documentare le tragedie e gli “inferni” subiti nei cinque secoli di storia; bensì mostra come i nativi abbiano plasmato attivamente la politica, l’economia e i confini della nazione fin dai suoi albori, contribuendo con la loro resilienza e le loro lotte alla definizione stessa dell’America.
Restituendo ai “primi custodi del giardino” americano il loro ruolo di co-fondatori e protagonisti storici, “La riscoperta dell’America” è un testo imprescindibile per un’analisi finalmente profonda e inclusiva.
Il libro celebra i loro indiscutibili trionfi e la loro duratura influenza, rendendo onore alla vera complessità della storia statunitense, capovolgendo una narrazione che voleva i nativi americani come parte di una storia separata dalla costruzione della nazione americana.
Viceversa, non è possibile separare la storia delle comunità native da quella americana, essendone parte integrante e fondativa in ogni fase: dalla colonizzazione spagnola all’espansione dell’impero britannico, dalla Guerra d’Indipendenza alla Guerra Civile, fino all’attivismo per l’autodeterminazione nel XX secolo.
L’Autore non si sottrae dal descrivere la violenza, l’espropriazione e le malattie subite dai nativi. Al contrario, enfatizza la loro capacità di agire, la loro resilienza inestinguibile e la loro attiva sopravvivenza nel corso dei secoli, offrendo così una narrazione degli Stati Uniti più sfaccettata, onesta e finalmente completa.
In conclusione, il libro offre una visione radicalmente nuova e necessaria della storia degli Stati Uniti, spostando i popoli nativi dal margine al centro della narrazione. Secondo l’Autore la storia americana è incomprensibile se non si tiene conto della presenza, della lotta, della sopravvivenza e dell’influenza delle nazioni indigene per oltre cinque secoli.
Un saggio imponente, che è stato universalmente elogiato dalla critica per l’ampiezza della ricerca e la forza espressiva della scrittura. Una narrazione più vera e matura dell’America, che colma lacune storiche significative e invita a riconsiderare i significati stessi dell’essere americano.
Un testo fondamentale, rigoroso e potente, essenziale per chiunque voglia comprendere appieno la complessità e le origini della storia degli Stati Uniti.
Per il The Wall Street Journal: «Un brillante resoconto di come la storia degli Stati Uniti e quella dei nativi americani sono in realtà, fin dal 1500, la stessa. Un invito a riscoprire il contribuito decisivo dei nativi nella formazione degli Stati Uniti dal momento della loro scoperta fino a oggi»,.
per il The Guardian: «Una nuova storia americana che mostra l’importanza di raccontare passato e presente degli Stati Uniti con una lente più ampia e inclusiva».
Per il The Washington Post: «I nativi americani, così come le loro vicende di lotta, sopravvivenza, espropriazione e autodeterminazione, tendono a essere assenti da ogni narrazione della storia statunitense. In questo libro, Blackhawk si confronta con quest’assenza».
