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Processo Regeni: giovedì 5 giugno nuova udienza

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Domani, giovedì  5 giugno, tornerà in aula presso il Tribunale di Piazzale Clodio il processo per l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato e ucciso in Egitto nel 2016. L’udienza  prevede l’escussione dei testimoni chiamati dalle difese degli imputati.

Come ormai consuetudine, sarà presente la “scorta mediatica” del popolo giallo, formata da attivisti, cittadini e giornalisti vicini alla famiglia Regeni e alla battaglia per la verità e la giustizia. A sostenere la memoria del ricercatore anche l’associazione Articolo 21, da sempre impegnata nella difesa della libertà d’espressione e dell’informazione.

Sul banco degli imputati,  in contumacia, ci sono quattro ufficiali dei servizi segreti egiziani (la National Security Agency): Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, Ather Kamal Mohamed Ibrahim, Hesham Helmy, Tarek Sabir.

Sono accusati a vario titolo di sequestro di persona, concorso in omicidio e tortura. Dopo anni di ostacoli da parte del regime egiziano, il processo è finalmente entrato nel vivo nel 2024 grazie alla determinazione della Procura di Roma e alla decisione della Corte di proseguire anche in assenza degli imputati, pur notificati.

Nell’udienza del 27 maggio scorso sono stati ascoltati due testimoni di rilievo:

Luigi Di Maio, ex Ministro degli Esteri, ha confermato i numerosi tentativi diplomatici per ottenere cooperazione dalle autorità egiziane, parlando di “muri di gomma” e di pressioni politiche costanti da parte dell’Italia per ottenere la verità su Regeni.

Claudio Descalzi, amministratore delegato di ENI, ha affermato che la vicenda Regeni non ha mai influenzato le attività dell’azienda in Egitto. Pur dichiarando sensibilità personale per il caso, ha ribadito che i rapporti economici tra ENI e l’Egitto non hanno subito modifiche in seguito alla crisi diplomatica. Una testimonianza che ha fatto discutere, ritenuta da alcuni osservatori indicativa di una linea italiana “pragmatica” nei confronti del regime egiziano.

Domani sarà la volta di altri testimoni convocati dalle difese degli imputati. Non è esclusa la presenza di Angelino Alfano, ex Ministro degli Esteri nel governo Gentiloni al momento del sequestro e dell’uccisione di Regeni. Qualora confermata, la sua audizione potrebbe gettare nuova luce sulle prime fasi della gestione diplomatica del caso da parte dell’Italia.


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