Perquisizioni e arresti tra gli esponenti neonazisti di Do.Ra

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Lo prendiamo come un segnale: nel giorno in cui ricordiamo la scomparsa di Giacomo Matteotti, implacabile accusatore del fascismo, c’è stata una vasta operazione delle forze dell’ordine nei confronti dell’organizzazione neonazista Do.Ra. (Comunità Militante dei Dodici Raggi – Do.Ra).
Agenti della Digos delle Questure di Varese e Milano, con il supporto di unità della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, hanno operato congiuntamente a militari del R.O.S. di Milano.Le perquisizioni hanno consentito di rinvenire e sequestrare armi bianche, tra tirapugni, pugnali e mazze, oltre a bandiere, stendardi ed altri oggetti contrassegnati da simboli nazifascisti, documentazione e pubblicazioni di estrema destra.
I reati ipotizzati dagli inquirenti sono l’apologia del fascismo e le manifestazioni fasciste (contemplati dalla Legge 645/1952 c.d. “Legge Scelba”), oltre alla propaganda discriminatoria su base razziale, anche su internet, punita dall’art. 604 bis del Codice Penale.
Al vaglio della Procura sono più episodi e circostanze in cui militanti della Comunità, che professa e rivendica apertamente posizioni ideologiche nazionalsocialiste e del fascismo repubblicano più puro, hanno pubblicamente esaltato fatti e personalità di tali regimi, talvolta nel corso di cerimonie rievocative o di commemorazione dove ne sono stati ostentati i simboli, tra cui la svastica ed il fascio littorio, come recentemente accaduto nelle ricorrenze della battaglia del San Martino.
Sono in corso altresì accertamenti sulla frequente pubblicazione sui social network di contenuti derisori e di minimizzazione della Shoah.
Tra quelli che maggiormente hanno destato scalpore si possono indicare il lungo video celebrativo che ritrae Hitler ed altri gerarchi nazisti pubblicato in occasione dell’anniversario della sua nascita, ovvero l’irridente invito per la festa di capodanno che ritrae quattro SS in servizio in un campo di concentramento che brindano amichevolmente, o ancora i diversi messaggi celebrativi della nota negazionista tedesca Ursula Haverbeck, con l’invito a proseguire nel suo nome “la battaglia contro la grande bugia”.  (Polizia di Stato)
Non è la prima volta che Do.Ra finisce nel mirino della giustizia sebbene da anni gli estremisti agiscano alla luce del sole. Il giornalista Paolo Berizzi, sotto scorta per le continue intimidazioni, è stato uno dei pochi a denunciare senza sosta l’ascesa di queste formazioni. «Sono gli stessi che compaiono nelle foto con i saluti romani, che organizzano raduni in onore di criminali nazisti come Priebke, eppure continuano a circolare liberamente», ha scritto più volte. Nonostante le condanne in primo grado per alcuni esponenti (come il leader Roberto Castellani, già arrestato nel 2023), l’organizzazione ha proseguito la sua attività, sfruttando social e canali clandestini.
Quindici giorni fa, ostentando magliette e simboli, un gruppo di neonazi di “Do.Ra” ha presidiato la seconda udienza del processo a carico di Alessandro Limido, uno dei capi dell’organizzazione, a giudizio per diffamazione del giornalista di Repubblica.
Resta il nodo della lentezza delle istituzioni. Do.Ra ha potuto proliferare grazie a vuoti normativi e alla sottovalutazione del pericolo neonazista, spesso considerato marginale. Solo dopo le inchieste giornalistiche e le pressioni dell’ANPI e delle associazioni antirazziste si sono attivati controlli più severi.

L’auspicio è che l’operazione di oggi non sia un episodio isolato, ma l’inizio di una repressione sistematica. Perché, come ricordava Matteotti, «alla violenza non ci si deve piegare». E perché chi minaccia la democrazia non può più sentirsi intoccabile.

 

(Foto: Questura di Varese)


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