Con un’affluenza di quasi il 65%, di 16 punti superiore al primo turno elettorale, domenica 18 maggio i cittadini romeni hanno eletto Nicușor Dan come nuovo capo dello Stato. Il sindaco di Bucarest ha battuto di quasi otto punti percentuali il rivale George Simion
Il candidato indipendente, centrista ed europeista Nicușor Dan, attuale sindaco di Bucarest, è il nuovo presidente della Romania. Al ballottaggio, Dan ha ottenuto il 53,78% dei voti, superando il leader dell’ultradestra euroscettica George Simion, che si è fermato al 46,22%.
Dan, 55 anni, matematico e attivista civico, è riuscito a imporsi in quelle che sono state le elezioni più critiche degli ultimi 35 anni in Romania, grazie a una massiccia mobilitazione dell’elettorato. L’affluenza al secondo turno ha raggiunto il 64,72%, 16 punti percentuali in più rispetto al primo turno, quando Simion era risultato in testa con circa il 40% dei voti.
Queste elezioni hanno rappresentato uno spartiacque per il paese: milioni di romeni si sono trovati a scegliere tra due candidati con visioni radicalmente opposte — tra Est e Ovest, tra apertura europea e chiusura sovranista.
A Bucarest, migliaia di giovani sono scesi in strada per festeggiare con bandiere della Romania e dell’Unione Europea, gridando: “România! Nicușor! Victorie!”, ma anche slogan diretti a Mosca, come: “Russia, non dimenticare, la Romania non è tua!”. Per molti, la vittoria di Dan ha rappresentato un grande sospiro di sollievo di fronte alle promesse di Simion, ritenute da molti evocative del passato autoritario comunista.
Davanti alla folla radunata nella capitale, il nuovo presidente ha dichiarato: “La Romania inizia una nuova fase domani e ha bisogno di ognuno di voi. Il presidente, nell’equilibrio tra i poteri dello Stato, avrà bisogno del vostro sostegno e di quello della società. Continuiamo a credere nella Romania e, da domani, mettiamoci al lavoro!”.
George Simion, leader dell’Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR), ha accettato la sconfitta e si è congratulato con Dan in un videomessaggio pubblicato su Facebook: “È stata la volontà del popolo romeno. Desidero ringraziare gli oltre cinque milioni di romeni che hanno riposto in me la loro fiducia. Non li deluderò”.
Simion ha poi aggiunto che “è tempo di continuare la nostra lotta per la giustizia, per la verità, per la famiglia tradizionale, per la fede cristiana e per la libertà. Continueremo a essere una parte significativa della società romena”. AUR resta infatti la seconda forza in Parlamento e le formazioni sovraniste complessivamente rappresentano circa il 35% del Parlamento.
Reazioni internazionali
Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si è congratulata via social-media: “Il popolo romeno ha scelto la promessa di una Romania aperta e prospera, in un’Europa forte. Insieme manterremo questa promessa. Non vedo l’ora di lavorare insieme”.
Anche la presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, ha espresso il proprio entusiasmo: “Congratulazioni, Romania! Congratulazioni, Nicușor Dan! Camminiamo insieme con fiducia sulla strada europea. La Moldova e la Romania contano l’una sull’altra, nei momenti belli e in quelli difficili”.
Dalla Francia, Emmanuel Macron ha definito il voto romeno “una scelta per la democrazia, lo Stato di diritto e l’Unione Europea”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un messaggio in lingua romena su X: “Cari romeni, potete contare sull’Ucraina come buon vicino e partner. Possiamo superare qualsiasi sfida se siamo uniti e forti”. Zelensky ha definito storica la vittoria di Dan e ha ribadito l’importanza del legame strategico tra Bucarest e Kyiv.
Intanto, il portavoce del Ministero degli Esteri romeno, Andrei Țărnea, ha denunciato che il processo elettorale è stato oggetto di una massiccia campagna di disinformazione su Telegram e altre piattaforme, attribuibile a reti di influenza legate alla Russia: “Reti coordinate di fake news hanno tentato di condizionare l’opinione pubblica e hanno i tratti distintivi dell’ingerenza russa. Le autorità romene hanno lavorato per smentire la valanga di falsità”.
La vittoria di Dan segna anche una battuta d’arresto per il fenomeno sovranista ispirato al modello MAGA americano. Simion, considerato un ammiratore della linea trumpiana, ha perso una partita che sembrava a suo favore al primo turno.
Linea politica e poteri del presidente
Dan eredita un paese profondamente polarizzato, con un Parlamento frammentato e una società che ha perso fiducia nelle istituzioni tradizionali. Il nuovo presidente ha rivolto anche un appello ai suoi avversari politici: “Un messaggio a chi oggi ha perso. Tutto il nostro rispetto per chi ha fatto una scelta diversa. Dobbiamo costruire insieme la Romania, indipendentemente dalle appartenenze politiche, insieme ai romeni nel paese, alla diaspora e ai bessarabici della Repubblica di Moldova”.
Tra i poteri del presidente figura anche la nomina del primo ministro. Dan ha annunciato che avvierà immediatamente le consultazioni con i partiti parlamentari per la formazione del nuovo governo.
Attualmente, la Romania è guidata da un premier ad interim. In passato, Dan aveva dichiarato che in caso di vittoria avrebbe proposto Ilie Bolojan, esponente del Partito Nazionale Liberale, come nuovo capo dell’esecutivo.
Il programma elettorale di Nicușor Dan si intitola “la Romania onesta” ed è strutturato in 60 punti. Contiene riforme che vanno dal processo elettorale con l’elezione dei sindaci in due turni e l’accorpamento dei comuni con pochi abitanti, alla nomina dei giudici della Corte costituzionale e all’equa tassazione.
Il nuovo presidente ha promesso che combatterà la “grande corruzione”, cosa che “può essere fatta solo cambiando la prospettiva delle Procure, che oggi non mirano in modo preciso e sistematico alle aree di grande corruzione”.
In politica estera, Dan sostiene il consolidamento delle partnership strategiche, tra cui il rafforzamento delle relazioni con la NATO e gli Stati Uniti e la promozione di un’Unione europea in grado di gestire la propria sicurezza attraverso l’iniziativa ReArm.
Il suo piano prevede anche l’ampliamento delle partnership con gli stati democratici della regione indo-pacifica, come Giappone, Corea del Sud e Australia, per diversificare le relazioni economiche e tecnologiche. “La Romania deve evitare la dipendenza tecnologica da regimi autoritari come la Cina”, aveva detto Dan.
Inoltre, il neoeletto presidente vuole aumentare il numero dei parlamentari che rappresentano i romeni nella diaspora, per garantire una rappresentanza equa ed efficiente dei loro interessi nel parlamento di Bucarest.
(Pubblicato su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa)