Fermare la “guerra ai giornalisti palestinesi” a Gaza, uccisi dall’esercito israeliano per rendere totale il blackout mediatico sul massacro in corso della popolazione civile. Uccisi spesso con indosso i loro giubbotti di reporter in un numero mai visto in nessun conflitto recente.
Colleghi che con grande coraggio, a rischio della vita propria e dei familiari, continuano invece a documentare i crimini cui assistono fino all’ultimo respiro e il cui lavoro, purtroppo, salvo lodevoli eccezioni, è spesso ignorato dalla gran parte dei media italiani. Non è accettabile che da 18 mesi sia impedito ai giornalisti della stampa internazionale di accedere a Gaza, anche per proteggere con la loro presenza la vita dei colleghi palestinesi, e che sia negato il diritto all’informazione. Reso sempre più difficile anche a quei giornalisti israeliani che raccontano in modo limpido quanto accade a Gaza e in Cisgiordania, senza accettare intimidazioni.
Al termine dell’incontro “Verità su Gaza”, alla sede del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, da Controcorrente Lazio, con Articolo 21 e Amnesty International Italia, la richiesta di una mobilitazione dei giornalisti in Italia e in Europa, davanti al Parlamento europeo, con comunicati dei cdr sui giornali e videocomunicati. E che la Rai dedichi, oltre a un’attenzione costante e veritiera dei suoi Tg e Gr, una prima serata dedicata Gaza e a quella che l’Onu definisce la pulizia etnica in corso. Drammatica la testimonianza del collega Alhassan Selmi: “Non è facile sapere se domani sarò vivo, ma vado avanti. Senza cibo, acqua, medicine, è difficile sopravvivere. Non smettete di parlare di noi”.
