E’ sempre il rossetto lo stanco, vecchio problema, il feticcio della discriminazione di genere, appena sopra lo smalto, altro argomento classico per attaccare le donne. Indimenticabile (per orrore) l’attacco di una blogger di destra (per sua stessa dichiarazione) ad una migrante camerunense salvata nel Mediterraneo che (però!) aveva le unghie laccate (risultato di un ritocco grafico sulla foto), dunque poi tanto povera e disperata non era. Più o meno lo stesso è accaduto negli ultimi giorni alla neo presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti. Le hanno scritto sui social: “Rossettata, sta a casa a lavare i piatti!” . Oltre agli insulti ci sono anche molti fotomontaggi grotteschi e minacce. Non le si perdona di essere una donna, per di più truccata e curata, e al tempo stesso di stare in politica in un ruolo di primo piano. Lei in un post, oltre a denunciare pubblicamente, gli attacchi ha scritto “Abbassiamo i toni. Ricominciamo a dare un valore alle parole. Perché è dal linguaggio che inizia la violenza”. Ormai ci sono plurime sentenze di condanna circa le dichiarazioni di odio sui social, soprattutto messi in atto nei confronti delle donne, ma non solo. Alla dichiarazione pubblica della Presidente sono seguiti tantissimi messaggi di solidarietà, da esponenti politici e da tantissimi cittadini. Tuttavia questa vicenda dimostra quanto sia ancora lunga e in salita la strada del rispetto delle regole e delle persone nella vita reale e sui social. Lunedì mattina (14 aprile) Stefania Proietti sarà ospite di Articolo 21 nella riunione settimanale per portare la testimonianza diretta di quanto incida una campagna di odio di questa portata anche su una donna forte e affermata in politica e nella vita e di come certi insulti sessisti possano arrivare a distruggere la vita di donne e uomini più fragili.
