La scorsa domenica, nella sede di LBC (Latina Bene Comune) si è tenuto un evento più unico che raro per la nostra città: ci si è riuniti per parlare di cultura! O meglio, per discutere di quanto sia difficile ormai mantenerla in vita.
Tra la mancanza di investimenti adeguati, l’assenza di spazi dedicati e un interesse pubblico sempre più altalenante, la cultura a Latina non è che un fenomeno intermittente.
Non a caso la stragrande maggioranza dei giovani tenta di sfuggirgli, consapevole che nella nostra città, purtroppo, per chi vive d’arte non c’è futuro.
Eppure, sono tante le realtà che provano a proporre attività culturali a Latina: come l’associazione Quartieri Connessi, un importante collettivo che dà voce ai quartieri Q4 e Q5 ma che, come ha lamentato Freddi Cedrone all’incontro, non ha gli spazi per muoversi come vorrebbe; o il Collettivo Creativo Latina, nato dai corsi di scrittura creativa dell’autrice locale Rossana Carturan, che ogni anno si impegna ad offrire eventi culturali letterari in collaborazione con le altre realtà del territorio, come presentazioni di romanzi e antologie, spettacoli teatrali e svariate attività per bambini e ragazzi ma che comunque non viene riconosciuto; o ancora il centro culturale Lestrella Pop promosso dalla Fillea Cgil, rivolto ai giovani e non solo, che come ci ha anticipato Anna Del Vecchio si sta impegnando per l’apertura di un centro per le donne. Articolo 21 con il suo presidio cittadino da più di un anno porta avanti una rassegna letteraria che dà spazio ad autori locali e nazionali. E poi c’è Lievito, rassegna multiculturale giunta alla decima edizione, unica parentesi felice per la rilevanza nazionale che riveste e che raggiunge grazie allo sforzo di privati cittadini.
Sono queste associazioni a dover colmare le lacune lasciate dalle istituzioni, lottando per mantenere viva una fiamma sempre più flebile, contando solo sui volontari e la voglia di fare la differenza in una città che sembra pronta a lasciarsi paralizzare. D’altronde, per Latina la cultura non merita nemmeno un assessore.
Significativo, a tal proposito, è stato l’intervento dell’assessora alla Cultura del Comune di Cisterna Maria Innamorato che, al contrario, è riuscita a recuperare gli spazi destinati agli eventi culturali, come il Palazzo Caetani, nei quali offre esperienze culturali anche alle periferie; mentre noi, nonostante gli sforzi che la giunta Coletta ha fatto per ridare agibilità all’edificio, continuiamo a lasciare un teatro maestoso com’è il D’Annunzio e che dovrebbe essere il cuore pulsante della nostra scena teatrale abbandonato a sé stesso. Il professor Giorgio Maulucci, ex preside del liceo classico, ha sottolineato al riguardo l’ironia della situazione: il termine “teatro”, infatti, ci ha spiegato derivare dal greco “ϑέατρον” che significa “guardare”; tuttavia, per anni, noi questo teatro non lo abbiamo visto.
Una sorte simile affronta la Casa Della Musica, patrimonio inestimabile della nostra città a cui non si riesce a dare una sede adeguata. Il professor Claudio Paradiso, “custode” della Casa e ideatore del prezioso progetto Dizionario della Musica, a tal proposito si è espresso sul fatto che non c’è da stupirsi se i ragazzi di Latina cercano futuro altrove; sono centinaia i giovani promettenti e di talento che abitano le nostre vie ma qui chi respira cultura non può fare a meno di annegare. D’altronde, chi vuole studiare l’arte, la letteratura, la storia, le lingue o la filosofia è costretto a farlo fuori da Latina che non offre, se non per una misera eccezione, nemmeno l’opportunità di frequentare Università Umanistiche. Su questa scia, l’ex sindaco Damiano Coletta, non poteva regalarci immagine migliore quando ha detto che stiamo vivendo in un periodo notturno di apnea e che la luce e l’ossigeno, può ridarceli solo la cultura.
Senza dubbio illuminante è stato, inoltre, l’intervento dell’assessore alla Cultura del Comune di Roma Massimiliano Smeriglio che ha posto l’attenzione sull’importanza di coinvolgere le periferie, troppo spesso dimenticate ai margini del centro cittadino e dunque degli eventi culturali quando è cruciale, invece, che la cultura si muova, palpiti e viva ovunque.
Per tirare le fila del discorso, appare più che mai urgente la necessità di creare dei presidi di resistenza culturale nella nostra città prima che anche queste ultime scintille si spengano, prima che ci si dimentichi quanto sia importante continuare a lottare per qualcosa che non è un lusso superfluo ma un diritto, che è il cuore e il polmone della nostra umanità.
Lottiamo per la cultura, lottiamo per restituirle la dignità che merita, lottiamo per riprenderci l’aria e la luce; in fondo, è tutto ciò che lasciamo.