Al Senato conferenza stampa per passaporto digitale opere d’arte. La proposta di due imprenditori di Qualiano (NA)

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Un passaporto digitale per le opere d’arte e un registro arte. È questa la particolare proposta presentata, tra gli altri, da Nicola Sgariglia e Domenico De Vito dello Studio Sgariglia & Partners, approdata da Qualiano- piccolo comune della provincia nord di Napoli- al Senato. Un passaporto che non solo si dovrebbe occupare di tener traccia delle cessioni di un’opera d’arte ma anche di evitarne la contraffazione. “Tutti gli operatori del mondo dell’arte- ha dichiarato il dottor Sgariglia- non possono esimersi dalla Due Diligence legale che non deve avere ad oggetto solo l’accertamento dell’autenticità dell’opera ma anche l’effettiva proprietà e la provenienza del bene suscettibile di valutazione economica”. “Così facendo- ha aggiunto Sgariglia- il Passaporto Digitale e il Registro Arte rappresentano le principali forme di tutela contro la commissioni di illeciti legati al mondo delle arti”.

La conferenza stampa era dedicata proprio alla circolazione dei Beni Culturali e artistici e alla necessità di darvi al passaporto digitale per le opere d’arte e al registro arte. Ad intervenire all’interno della sala caduti di Nassiriya del Senato della Repubblica italiana in piazza madama a Roma, sono stati il senatore Luigi Nave del movimento cinque stelle e i vari esperti dell’Osservatorio Italia antiriciclaggio per l’arte, nomi del calibro di Brandimarte, Coloretti e Piras, Bozzelli e Briguglio, Mattiacci e Milano. Al pomeriggio di dibattito a partecipato anche l’artista Giorgio Ostigliesi, in arte Giorgio Gost. E dinanzi a questo notevole parterre Nicola Sgariglia e Domenico De Vito, anch’essi coordinatori del Dipartimento di lavoro di osservatorio Italia antiriciclaggio per l’arte, sono convenuti alla necessità di dar vita al passaporto digitale e al registro arte. Nella relazionare sul diritto di seguito, sui livelli di mercato e sugli aspetti penali che afferiscono i reati nel mondo dell’arte, i due professionisti qualianesi hanno sottolineato l’importanza di questi strumenti per evitare che l’opera d’arte, prima di “essere venduta, e di essere esportata in un altro paese- ha spiegato De Vito- non venga ricostruita nella catena della titolarità, non avendo cosi certezza sulla legittimità della stessa, esponendo gli operatori economici del mercato dell’arte a possibili responsabilità penali, minando cosi la credibilità, l’affidabilità e la trasparenza del mercato dell’arte”. Proseguono i lavori dell’Osservatorio, dunque, ma con importanti passi avanti volte tutte a contrastare il traffico illecito di opere d’arte e il riciclaggio nel settore.


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