Il lavoro nel 2024: 17 giornalisti della Dire sospesi a Capodanno. La loro “resistenza”: saremo in servizio

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Resistenza. E’ forse questa a parola che meglio descrive cosa sta accadendo nel mondo del lavoro in questi primissimi giorni del 2024. Lo dimostra la vicenda dell’Agenzia Dire. Dopo i 14 licenziamenti immotivati e illegittimi, di cui il Cdr e l’assemblea dei redattori della Dire continuano a chiedere il ritiro immediato, nella notte del 31 dicembre, alle ore 22, l’amministrazione della società editrice Com.e ha comunicato tramite mail a 17 giornalisti della sede di Roma la sospensione dal lavoro con effetto immediato e senza retribuzione. “Un atto gravissimo e senza alcun precedente e fondamento giuridico, oltre che assurdo per tempi e modi. L’assemblea dei redattori giudica tale provvedimento un atto incomprensibile e anche dannoso per l’intera azienda. – si legge nel documento diffuso dal comitato di redazione – È giusto ricordare che due giorni fa il governo ha sospeso in modo improvviso e dirompente i fondi del Dipartimento per l’Editoria facendo seguito al fermo giudiziario amministrativo disposto dal ministero dell’Istruzione e del Merito nei confronti della Com.e, in riferimento alla vicenda giudiziaria che investe la precedente proprietà. Alla luce di quanto accaduto tutto il corpo redazionale dell’agenzia Dire chiede di mantenere alta l’attenzione su ciò che sta accadendo all’Agenzia, e alla politica tutta di mettere in atto tutto quanto possa contribuire alla salvaguardia dei livelli occupazionali e della storia dell’Agenzia stessa. Non possono essere i lavoratori della Dire a pagare gli errori delle proprietà che si sono succedute negli ultimi anni. I giornalisti sospesi saranno nei prossimi giorni regolarmente al loro posto di lavoro come è giusto che sia. L’assemblea, infine, conferma le due giornate di sciopero indette per il 4 e l’8 gennaio affinché la proprietà ritiri tutti i licenziamenti“. Nel giro di poche ore è arrivata anche la solidarietà dei grafici dell’Agenzia Dire che hanno espresso “solidarietà ai 17 colleghi giornalisti raggiunti, nella notte del 31 dicembre, da una illegittima richiesta di sospensione dal lavoro e dallo stipendio con effetto immediato, e manifestano sconcerto e preoccupazione per le sorti dell’azienda, a seguito dei licenziamenti già effettuati nei giorni scorsi e del provvedimento di fermo amministrativo del Ministero dell’Istruzione e del merito”. I licenziamenti, in tale contesto sono parsi come una sorta di rappresaglia: stop al contributo=stop al lavoro.
La  nota dell’editore dell’Agenzia riprende il blocco del contributo come una sorta di giustificazione.
“Nel pomeriggio del 29 dicembre, a poche ore dall’avvio della nuova procedura negoziata per l’acquisto dei servizi giornalistici dell’agenzia Dire da parte del Dipartimento Editoria di Palazzo Chigi, ci siamo ritrovati senza il nuovo contratto che doveva partire il primo gennaio 2024“. Così, in una nota, l’editore dell’agenzia Dire, Stefano Valore.
“Abbiamo subito provato a contattare gli uffici il 29, 30 e 31 dicembre, purtroppo senza esito, inoltrando tutte le informazioni richieste e chiedendo una interlocuzione finalizzata a far rientrare la decisione. – si legge ancora nel comunicato –  Questo è successo a pochi giorni dall’avvio della ristrutturazione necessaria a salvaguardare la sostenibilità dell’azienda e il livello occupazionale. Una decisione sofferta che ha costretto ad interrompere il rapporto di lavoro con 14 giornalisti. Ora ci troviamo di nuovo costretti a sospendere altri 17 giornalisti proprio per la perdita inaspettata e immotivata del nuovo contratto”.


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