Carnevale in anticipo in Parlamento

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Forse è Carnevale. Forse è tempo di Carnem levare. Togliere la carne. Era questo il gioco di parole  più innocuo che si potesse fare sull’argomento all’indomani del divieto, diventato legge, di produrre e vendere carne coltivata.  Da ieri Viene vietato anche l’uso delle denominazioni legate alla carne per prodotti costituiti da alimenti vegetali e quindi non si potranno più usare con tanta leggerezza pericolosissime parole politicizzate come cotoletta. Polpetta. Cordon bleu.

Però ci sono ancora tante riserve da parte degli uffici del Quirinale.

Però esiste il rischio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea.

Però per molti a perderci sarà la ricerca italiana, e questo in nome del made in Italy.

Però non si capisce di fronte alla legge come dovranno porsi gli imputati che non ti aspetti. I molluschi. Perché il divieto, passato con 159 sì, è di “ produrre, promuovere e commercializzare alimenti o mangimi isolati o prodotti a partire da colture cellulari o tessuti derivanti da animali vertebrati”. Ma gli invertebrati, dunque? Come ci si pone di fronte a vongole, telline, cozze e lumache di mare? Che cosa dice la legge sulle patelle?

Non è in questa sede che si vuole dirimere la questione. Non ci si chiede qui perché sia sbagliato dire “carne sintetica”. Non è qui che si parla dei Paesi del mondo in cui la vendita e promozione della carne pulita (altro modo di chiamare la carne di laboratorio) sono autorizzate. Non parleremo dell’esultanza della Coldiretti, neppure del volantino da cui tutto potrebbe aver avuto origine. Non interessa assolutamente la lite tra Prandini e Della Vedova. Qui oggi si  vuole solo festeggiare il carnevale, prima del tempo. Si vuole levare la carne. Ma per ricordare quanto ci si debba comunque e sempre informare su certi argomenti. Divisivo da tempi immemorabili, parlare di carne. Nell’antichità imbandire tavole e servire agli dei pezzi di carne di provenienza sconosciuta era un modo tortuoso e feroce per mettere alla prova l’onniscienza della divinità. Alla tavola di Tantalo, per esempio, re di Lidia o Frigia, viene ucciso il figlio Pelope, servito come antipasto.  Gli dei invitati al banchetto se ne accorgono tutti, inorridiscono e gettano i pezzi di Pelope in un calderone. Demetra però, affranta per la perdita della figlia Persefone rapita da Ade, non si accorge di nulla e  consuma parte della sua spalla. Ma Pelope, che darà il nome al Peloponneso, resusciterà e la spalla mancante gli verrà ricostruita in avorio. Mangiare o non mangiare carne con leggerezza. Oppure pensare che tutto sia polpettabile. Ecco un problema che si trascina da quando sulla terra uomini e dei banchettavano insieme. Dall’età dell’oro (ma anche dell’avorio) siamo ancora qua.


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