I fomentatori d’odio diventati statisti? La lezione di Bibbiano                 

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Ma chi scatena l’odio, poi – sconfessato – non dovrebbe almeno chiedere scusa, perdono?  E, soprattutto, non dovrebbero farlo innanzi tutto quanti, quattro anni fa, scatenarono l’ignobile campagna contro l’amministrazione, le Onlus, il sistema di assistenza sociale di Bibbiano, comune in provincia di Reggio Emilia?

In prima linea si schierarono immediatamente l’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, l’attuale ministro Matteo Salvini, l’attuale neo nominato rappresentante europeo presso i Paesi Arabi Luigi Di Maio. E per ottenere cosa? Qualche voto da portar via ad un’amministrazione di centrosinistra.

Famiglie sotto accusa come se si fosse di fronte ad una tratta di bambini utilizzando metodi orrendi, da false certificazioni, fino a quelli che venivano definiti da qualche sciagurato collega ‘elettro shock’ per condizionare i ricordi dei bambini.

Giorgia Meloni, con tanto di cartello in mano, prometteva che sarebbe stata l’ultima ad abbandonare Bibbiano.  Visto che fa dichiarazioni su tutto, avrà la capacità, il coraggio di dire qualcosa ora che uno dei principali accusati, lo psicoterapeuta Claudio Foti, è stato completamente assolto  in una vicenda giudiziaria che, giusto per far capire in quale clima si sarebbe svolta, venne denominata ‘Angeli e Demoni’?

Salvini organizzava grandi adunate di popolo con schiere di bambini appollaiati sulle spalle di genitori affettuosi, come se gli altri, quelli di sinistra, fossero dei barbablù.

Da cittadino, da elettore, fa davvero specie vedere  che i fomentatori d’odio non solo non hanno alcuna intenzione di cambiare metodo, ma non mostrano pentimento o almeno resipiscenza per  la gogna costruita ad arte contro un’intera comunità, solo perché  politicamente schierata.

Statisti? Ma per carità. E vedere che per metodo, linguaggio, comportamenti, scelte, presenze cercano di contrapporsi ad un grande paladino della Costituzione come Sergio Mattarella la dice lunga su quali siano i loro veri obiettivi.

Per ora utilizzano la strada di una narrazione diversa anche della storia, poi tradurranno il progetto in iniziativa politica – in parte già in atto –  come esautorare il Parlamento, limitare organismi di controllo come la Corte dei Conti, controllare la Corte Costituzionale e attuare il presidenzialismo. Come fermarli? Basta la denuncia e l’allarme o è tempo di organizzarsi per dare un segnale forte di opposizione in nome della Repubblica Democratica nata dalla Resistenza e dalla vittoria sul nazifascismo?


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