Premio giornalistico Almerigo Grilz: una vergogna per Trieste e per il giornalismo

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Il riconoscimento è stato ideato dall’associazione culturale “Centro Studi Primo Articolo”, un gruppo di destra sovranista che nel suo manifesto, oltre al lavoro, pone come obiettivi la sovranità e l’identità. Peccato che a questo sparuto gruppetto di pubblicisti hanno tenuto bordone, come membri della giuria, facendo loro una inopportuna pubblicità, molti giornalisti tra cui Giovanna Botteri e Cristiano Degano. Oltre ovviamente a tutta la destra, Di Piazza e Fedriga in testa. E anche, e lo dico dispiaciuto come lettore del Fatto, Pietro Gomez.
Inutile ricordare il passato neofascista di Almerigo Grilz che nelle scorribande violente del Fronte della Gioventù amava esibirsi nel saluto nazifascista (vedi foto). Un bell’esempio per i giovani giornalisti che ambiscono al premio, non c’è che dire.
I suoi amici (ex?) camerati piagnucolano dicendo che su di lui c’è un colpevole silenzio, dimenticando che dopo la sua morte, la giunta di centro-destra triestina gli ha (purtroppo) dedicato una via (come poi fece per la camicia nera del ventennio Mario Granbassi): a mio parere una vergogna per Trieste democratica. Non contento, nel 2017 il Comune di Trieste gli ha pure patrocinato una mostra celebrativa a Palazzo Costanzi.
Ma quali meriti giornalistici ebbe Grilz, oltre a pubblicare sulla “Rivista Italiana di Difesa”? Negli anni ’80, mentre i pediatri triestini del Burlo Garofolo erano impegnati in Mozambico in una missione umanitaria di cooperazione, le bande antigovernative del Renano terrorizzavano la popolazione con attentati e uccisioni, arrivando persino a sparare alle assistenti sanitarie che portavano le vaccinazioni nel territorio.
Con quei terroristi, finanziati dai razzisti della Rhodesia e del Sudafrica, stava il camerata Almerigo Grilz. Si trattava di tagliagole prezzolati con il compito di sabotare, con attentati e uccisioni, il governo mozambicano: la maggior parte delle azioni erano rivolte contro la popolazione civile con stupri, massacri e mutilazioni, per non parlare dell’incendio di scuole e di ospedali. Il Dipartimento di Stato USA riferì di almeno 8.000 bambini uccisi o fatti morire di stenti.
Non mi risulta che Grilz abbia mai fatto parola di quelle stragi di civili, dimostrando di essere stato, a mio parere, non solo privo della necessaria pietas, ma anche omissivo: un perfetto reporter di guerra.


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