Un’amara storia di sessismo che arriva dal Salento

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Prima minacce e insulti.
Poi la pezza che è peggio del buco.

A Collepeasso nel leccese, la a sindaca è stata attaccata durante un pubblico comizio dal consigliere di opposizione Salvatore Perrone, con parole cristallizzate in un video che ha fatto il giro del web e che ha portato una pioggia di solidarietà alla vittima.

Promessa di “al Comune per prendere a schiaffi la sindaca” (queste le presunte minacce) e “Non gode mai, solo quando fa querele prova goduria” (la frase sessista),  bastano a ricordare che in termini di battaglie culturali siamo ancora all’anno zero?

Commenti e interpretazioni sono facili. Le parole se le porta il vento, a meno che…

A meno che non vi siano prove (come quel video) e capacità, quella della sindaca, di dire, raccontare, denunciare, pur esponendosi. Perché ciò che non si dice e non si scrive non esiste e allora sì, uscire dal cono d’ombra dell’imbarazzo e cristallizzare, far capire cosa significhi essere amministratore e donna.

Ma se tanto, che tanto troppo è , non bastasse, arriva la pezza. E a voi il commento. Su quella stessa toppa buttata lì alla meno peggio.

Falle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno, il consigliere al centro della bufera replica: “Dopo il mio intervento, la sindaca Manta avrebbe potuto replicare ad attacchi e accuse lanciati in comizio, avendo richiesto lo spazio temporale successivo a quello chiesto dall’opposizione. Assistiamo, invece, al suo solito copione: veste i panni di vittima e mette in moto una devastante azione denigratoria a danno del sottoscritto, su testate giornalistiche e persino televisive; un polverone mediatico per nascondere la sua inadeguatezza amministrativa”.

Cosa aggiungere?

Cultura, questa è la parola chiave.

Un termine abusato, che va riempito di significato. Con i fatti.

Alla sindaca Manta la solidarietà e l’abbraccio della famiglia di Articolo21

Fabiana Pacella, portavoce Articolo21 Puglia


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