Tunisia, giornalista condannato al carcere per non aver rivelato le fonti. La solidarietà del sindacato

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Un anno a Khalifa Guesmi della radio Mosaieque Fm, arrestato e poi rilasciato, in base alla legge antiterrorismo, a marzo 2022 per aver difeso il segreto professionale. Il presidente del Snjt, Mohamed Yassine Jelassi: «In atto una criminalizzazione del lavoro giornalistico».

Prima udienza e condanna a un anno di reclusione in primo grado, martedì 29 novembre 2022, per il giornalista della radio tunisina Mosaieque Fm, Khalifa Guesmi, che a marzo 2022 era stato arrestato e poi rilasciato – in base alla legge antiterrorismo – per essersi rifiutato di rivelare le sue fonti dopo la pubblicazione di informazioni sullo smantellamento di una rete terroristica a Kairouan.

«La condanna al carcere del collega Khalifa Guesmi è un pesante colpo alla libertà di opinione e di espressione», denuncia Mohamed Yassine Jelassi, presidente del Sindacato nazionale dei giornalisti Tunisini (Snjt), per il quale la sentenza «in continuità con la politica di criminalizzazione del lavoro giornalistico, viola le leggi nazionali e gli impegni internazionali» assunti dalle autorità di Tunisi.

Negli ultimi mesi, inoltre, «diversi agenti di polizia giudiziaria hanno intercettato giornalisti dopo aver sporto denuncia contro di loro in forza di leggi repressive, in totale contraddizione – incalza Jelassi – con le dichiarazioni del presidente della Repubblica, che sostiene che non ci sono restrizioni o processi contro i giornalisti, mentre i fatti dimostrano il contrario».

In una nota dell’ufficio di presidenza, il Sindacato nazionale dei giornalisti tunisini «stigmatizza la sentenza pronunciata contro Khalifa Guesmi e tutti i casi di condanna al carcere per chi ha solo manifestato le proprie opinioni, considerandoli una grave battuta d’arresto per il sistema giudiziario».

Il Snjt, infine, mette in guardia «contro la grave deriva nei casi giudiziari che riguardano la libertà di stampa», bollandola come «un attacco alla democrazia e al rispetto dei diritti umani e delle libertà in Tunisia», e annuncia una grande mobilitazione a livello nazionale e internazionale a difesa del lavoro dei giornalisti e delle giornaliste e della libertà di informazione.


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