Dopo Putin, peggio di Putin

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La guerra di Ucraina sta assumendo tutte le caratteristiche di una grave escalation. La Nato, o per meglio dire gli USA, nulla fanno verso una soluzione pacifica del gravissimo conflitto nel cuore dell’Europa. In una guerra ad oltranza la Russia ha tutto da perdere, mentre gli USA (e GB) hanno tutto da guadagnare. Innanzitutto con il business di armamenti e gas (utili prossimi al 50%) alimentato dall’Europa, sia direttamente con fondi UE, che con l’indebolimento dell’Euro ed il decremento del PIL. Anche perché negli USA mai si è fermata l’edilizia, motore dell’economia.

Una NATO che Trump riteneva quasi inutile, oggi accresce i suoi poteri e forse anche la sua dimensione geografica. Non è un atto di pace voler allargare il patto atlantico  a Svezia e Finlandia, cavalcando la spinta emotiva che sembra guidare la politica dei due stati scandinavi. Pare ovvio che la Russia, impegnata in Ucraina, non ha la capacità bellica né l’interesse ad invadere il nord Europa. Certo il prevedibile allargamento è colpa di Putin, ma un’ulteriore modifica dello status quo in Europa pone le premesse per un acuirsi del conflitto, rinviando ad anni futuri altri motivi di scontro.

L’occidente auspica la caduta di Putin, a seguito delle sconfitte in Ucraina. Oltre ad essere un evento difficile, in quanto l’ottanta per cento dei russi è con la guerra, un cambiamento al vertice in Russia potrebbe portare ad un governo più efficiente, ma nel senso bellico, non ad un governo migliore. Ecco che l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO sarebbe da procrastinare, in quanto potrebbe essere un elemento di trattativa di pace, anche nel caso di una nuova dirigenza russa. Eliminare sul nascere un argomento di trattativa di pace è assolutamente insensato. In ogni caso potrebbe diventare politicamente utile premiare l’auspicata nuova dirigenza russa con la conservazione del ruolo neutrale dei due stati scandinavi. Se l’auspicata nuova dirigenza dovesse rifiutare la trattativa di pace, nessuno si potrebbe opporre all’allargamento NATO, facendo comunque ricadere, per intero, la colpa ai russi. Ma questo è un ragionamento sensato, in quanto pacifista.


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