Grazie Gino di aver reso il mondo un posto migliore. L’ultimo saluto al fondatore di Emergency

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Caro Gino, ti ricordi quanto eri arrabbiato con Teresa quando se n’è andata ‘troppo presto’, dodici anni fa, lasciandoci sgomenti e svuotati?
Tanto.
Sapevi che avrebbe dovuto lasciarci ma avevi sperato fino alla fine che quel momento non arrivasse mai.
Poi Tere se n’è andata, in un caldo pomeriggio di inizio settembre a Milano. A casa sua. Sorridente.
Ma a te non è bastato quel sorriso.
Non è riuscito a placare il dolore, la frustrazione, l’angoscia di quel momento.
Ti sei sentito impotente. Smarritto.
Ecco, è così che mi sento io oggi.
Dal 13 agosto provo esattamente le tue stesse emozioni di allora.
Sono arrabbiata Gino.
Sono arrabbiata perché non hai mantenuto la promessa che ci eravamo fatti il giorno del tuo compleanno.
In quella telefonata di auguri c’era molto di più.
Lo sapevano entrambi.
Uscivamo, per motivi diversi, da una fase buia, difficile.
Ma eravamo lì, tosti e caparbi, pronti per altre battaglie, come e più forti di prima.
Anche per questo sono arrabbiata con te, Gino…
Mi avevi illusa che ci saremmo visti presto e che finalmente ci saremmo abbracciati dopo quasi due anni.
Un abbraccio per dirti ancora una volta ‘grazie’.
Adesso che non ci sei più l’unico modo che mi resta per poterti manifestare tutta la gratitudine per quasi tre decenni di amore verso gli altri, manifestati attraverso un’azione inesauribile per garantire la sanità migliore agli ultimi, i dimenticati del mondo, è amare e sostenere ancora più intensamente la tua Emergency.
«Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino – diceva sempre Teresa – ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene».
Nessuno lo ha fatto più di te, più di voi, Gino caro.
La tua vita è stata un invito costante a non voltare lo sguardo di fronte ai bisogni degli altri esseri umani e a impegnarsi per costruire un mondo più giusto.
Quando mia figlia, 8 anni, mi chiese di spiegarle cosa fosse la guerra ho voluto farlo attraverso le tue parole, la tua esperienza.
Rilessi con lei ‘Pappagalli verdi’.
In questo tuo straordinario libro ho ritrovato non solo te, l’essenza unica del tuo essere libero e determinato, ogni oltre limite, ma anche tutta l’umanità che amo raccontare, illuminare, sostenere…  Anche di questo devo ringraziarti, perché se sono una persona migliore lo devo anche a te.
Manchi Gino…
immensamente!


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