Il coraggio di Giulia che ha portato in Tribunale l’Aeronautica Militare Italiana. Via al processo per nonnismo. Lei parte civile

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Occhi grandi e una lunga coda di cavallo. Determinata, coraggiosa, porta un passo militare dentro una vicenda umana e civile che afferma i diritti delle donne nell’ambiente più maschile di tutti, quello dell’Aeronautica Militare italiana. Giulia Shiff, 22 anni, di Venezia è stata la prima allieva a denunciare il nonnismo in quel corpo ed è parte civile nel processo in corso davanti al Tribunale Militare di Roma insieme ad un sindacato delle forze armate. Nell’udienza di oggi non è stata invece accolta la richiesta di costituzione del Partito Radicale. Sette gli imputati, tutti in servizio presso l’aeroporto militare di Latina, dove sono avvenuti i fatti di nonnismo, veri e propri maltrattamenti denunciati dalla giovane allieva che sognava di diventare pilota. Un video incredibile documenta tutto ed è allegato alla denuncia di Claudia. Ciò che si vede è un vero e proprio rito di iniziazione. Nel corso dell’udienza è stata disposta la citazione in giudizio del Ministero della Difesa. si torna in aula il 7 maggio prossimo.

Pensare che proprio il dicastero di via Venti settembre  ha recentemente rivendicato con una nota ufficiale di essere da sempre attento alla promozione e alla protezione dei diritti delle donne e di essere impegnato sia nell’applicazione della Convention on the Elimination of all forms of Discrimination Against Women (CEDAW) sia nell’attuazione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 2000.

E in effetti negli anni gli impegni assunti verbalmente si sono  tradotti in azioni, a cominciare dall’attuazione del Piano Nazionale su “Donne, Pace e Sicurezza”, che ha visto la luce nel 2010, con una revisione nel 2016 presentata nel corso del semestre di presidenza italiana dell’UE. 

Sono poi seguite la costituzione, nell’ambito del I Reparto Personale dello Stato Maggiore della Difesa, di una unità organizzativa, denominata Sezione “Pari opportunità e prospettiva di genere” con il compito, tra gli altri, di coordinare le iniziative legislative, organizzative, formative e comunicative sulla specifica tematica e di implementare la prospettiva di genere, e del “Consiglio Interforze sulla Prospettiva di Genere”, composto in maniera da garantire la presenza paritaria di entrambi i generi, con il compito di assistere il Capo di Stato Maggiore della Difesa nell’azione di indirizzo, coordinamento e valutazione dell’integrazione dei generi nelle Forze Armate/Arma dei Carabinieri e nell’implementazione della prospettiva di genere nell’organizzazione militare.

Eppure, nonostante questi importanti passi avanti compiuti negli ultimi anni, alcuni apparati del Ministero della Difesa dimostrano  una strisciante misoginia che si manifesta in modo evidente fin dalle fasi iniziali di reclutamento.

(nella foto l’aeroporto militare di latina, dove sono avvenuti i fatti)


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