Governo Draghi, c’è anche l’emergenza informazione

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Innanzitutto l’emergenza sanitaria, certo. Ma fra le tante emergenze “minori” sul tavolo del nuovo governo c’è anche quella che riguarda l’informazione. Sì, perché i governi passano, e con loro cambiano i sottosegretari con delega all’informazione e all’editoria, ma il sindacato unitario dei giornalisti resta. E deve sempre confrontarsi con chi c’è dall’altra parte dei tavolo, governo ed editori.

Ecco perché ha fatto benissimo la Fnsi ad augurare subito buon lavoro al senatore Giuseppe Moles, appena è stato nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria. “L’auspicio – ha scritto Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – è che possa avviare al più presto il confronto con le parti sociali sui numerosi dossier già aperti e che riguardano la tenuta e il rilancio di un settore vitale per la democrazia. La difesa dell’informazione di qualità richiede interventi urgenti sul mercato del lavoro, dove è necessario contrastare con forza il precariato dilagante e assicurare una retribuzione dignitosa a migliaia di giornalisti privi di diritti e di tutele, la messa in sicurezza dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani e, più in generale, il varo di una nuova legge sull’editoria, necessaria per accelerare la transizione al digitale e affrontare le sfide che comporta”.

Fin qui, come si conviene, la necessaria correttezza istituzionale. Il guardare sempre avanti. A margine, dall’osservatorio Friuli Venezia Giulia, non possiamo non rammaricarci della mancata conferma del sottosegretario Andrea Martella, con il quale nell’ultimo anno e mezzo era stata avviata una proficua interlocuzione. La sensazione, nei numerosi confronti avuti con il parlamentare veneto, era sempre quella di avere di fronte una persona competente nella materia affidatagli, cosa che – si sa – sovente non avviene quando i partiti distribuiscono poltrone di governo, regola purtroppo non smentita nemmeno sotto l’autorevolissimo professor Draghi. Insomma, con Martella si aveva la sensazione di parlare la stessa lingua. Con Moles si vedrà presto.

Perché bisogna andare avanti. Stante una situazione difficilissima. Lo ha ribadito il segretario Lorusso, intervenendo da remoto al recente Direttivo dell’Assostampa Fvg. Con il flagello della pandemia che non concede tregua, anche nel nostro settore la situazione si è fatta drammatica. Si accentua il forte calo dei fatturati, soprattutto pubblicitari, e delle vendite nella carta stampata. Nei mesi scorsi si è cercato di rispondere all’emergenza con una serie di misure che hanno consentito di attutire l’impatto della crisi, ma si è trattato di misure tampone, mentre occorrono misure strutturali. “Con il precedente governo – ha detto Lorusso – era stata avviata una interlocuzione sui temi più urgenti, partendo da una nuova legge per l’editoria e concentrandosi sulla necessità di introdurre correttivi nel mercato del lavoro, anche sulla scorta dei criteri più volte indicati dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi sull’equo compenso e del contrasto al precariato. L’auspicio è di riprendere quanto prima il confronto anche con il nuovo esecutivo, insieme con il tavolo sulla previdenza avviato con ministero del Lavoro, dipartimento per l’Editoria e ministero dell’Economia, con l’obiettivo di mettere in sicurezza l’Inpgi grazie a una serie di interventi, a partire dall’allargamento progressivo della platea degli iscritti”.

Un percorso che da una parte guardi al mercato del lavoro e dall’altro punti a creare ricadute positive sulla previdenza, cui va affiancata l’introduzione di una norma che obblighi i giganti della rete a remunerare i contenuti prodotti da giornalisti ed editori, come sta accadendo in altre parti del mondo.“Ci sono dossier – secondo Lorusso – che il nuovo sottosegretario dovrà approfondire e che riguardano una serie di temi su cui è necessario riprendere l’interlocuzione con le parti sociali. L’auspicio è che il confronto possa per prima cosa archiviare una volta per tutte ogni ipotesi di tagli al settore: la semplice idea che si possa mettere mano alle risorse, già esigue, che vengono destinate ai giornali in cooperativa, ai diocesani, alle testate espressione di comunità e territori o a emittenti come Radio Radicale, che svolgono di fatto un servizio pubblico, significa indebolire il pluralismo”.

La linea del sindacato è nota: mai come oggi abbiamo bisogno di più informazione, informazione di qualità. E la qualità richiede sostegno pubblico, interventi normativi che diano stabilità al settore, supporto al lavoro dei giornalisti. Non si tratta di elargire finanziamenti a pioggia, ma di sostenere l’informazione in maniera seria guardando al servizio che viene svolto e all’occupazione che viene creata.

Dunque vanno affrontati al più presto i nodi strutturali, a partire dal contrasto al precariato e dalla definizione dell’equo compenso. “Non si può fare informazione di qualità – conclude Lorusso – sfruttando migliaia di giornalisti che ogni giorno lavorano senza le tutele, i diritti e le garanzie assicurati dal contratto di lavoro. Il sottosegretario Moles ha affermato che nessuno deve essere lasciato indietro: ripartiamo da qui, mettiamo allora al centro la difesa del pluralismo e il contrasto al lavoro irregolare, con quel che ne consegue in termini di provvedimenti da adottare, fino alla riforma complessiva del settore”. Una riforma non più rinviabile.

*presidente Assostampa Fvg


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