Bielorussia: sanzioni a Lukashenko dall’Unione europea, ma la Lega si astiene

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É arrivata finalmente la condanna da parte del Parlamento Europeo che ha chiesto sanzioni contro il presidente bielorusso Alexander Lukashenko incriminato di brogli elettorali e di repressioni nei confronti dei manifestanti. Disordini che avvenendo ormai da settimane in Bielorussia dal giorno della sua rielezione il 9 agosto.

In una risoluzione adottata il 17 settembre con 574 sì, 37 no e 82 astensioni, il Parlamento europeo ha infatti respinto i risultati ufficiali delle cosiddette “elezioni presidenziali” nel paese dell’est Europa.

“Una volta scaduto il prossimo 5 novembre “il mandato del leader autoritario uscente Alexander Lukashenko”, si legge nel testo, il Parlamento non lo riconoscerà più come Presidente del paese”.

Ma uno dei paradossi di questa risoluzione è che il dittatore non è nell’elenco europeo dei soggetti sanzionabili dall’Unione.

Questo perché seppur i paesi del nord e dell’est avrebbero voluto includerlo é prevalsa la linea più diplomatica, sostenuta anche dall’Italia e da altri paesi.  Una mossa che avrebbe lo scopo di “salvaguardare dei canali di dialogo con il leader bielorusso” questa la motivazione della strategia.

Eppure anche da queste pagine a noi é sembrato che le ‘cause’ di questa decisione siano da cercarsi altrove. Probabilmente non si vogliono incrinare le relazioni commerciali con il paese e soprattutto non inimicarsi il Leader Russo Vladimir Putin che al contrario dell’Europa, considera validissime le elezioni in Bielorussia.

Prova certa di questa nostra ipotesi, ne é l’astensione da parte Movimento 5 stelle contro la risoluzione che ha approvato la condanna dell’avvelenamento di Alexei Navalny, oppositore di Vladimir Putin ricoverato per due settimane in coma in Germania dopo aver ingerito del novichok in Russia.

Il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo ha dichiarato “Nuove elezioni in Bielorussia rispettose degli standard internazionali sono l’unica via per poter ristabilire relazioni future con l’Unione europea. Purtroppo sono caduti nel vuoto i numerosi inviti dei giorni scorsi che sono arrivati da più parti per una normalizzazione dei rapporti interni. Lukashenko non può ignorare la voce che arriva dal popolo bielorusso né le forti preoccupazioni europee. Le manifestazioni di questi giorni a Minsk sono espressione del desiderio di un cambiamento democratico e di rispetto delle libertà fondamentale e dei diritti umani e l’Unione europea non può che esprimere il proprio sostegno alle legittime richieste ed aspirazioni dei cittadini bielorussi. Il Parlamento europeo ha dettato la linea, adesso auspichiamo che il Consiglio dimostri altrettanto coraggio”.

Un’altra assurditá, é a vergognosa astensione della Lega sulla Risoluzione del Parlamento Europeo contro la Bielorussia.

 “Ancora una volta Salvini – dice il capo delegazione del Pd all’Eurocamera Brando Benifeisi dimostra il miglior alleato dei peggiori dittatori: dopo aver fornito appoggio a Orban, ora rifiuta di condannare il regime bielorusso per non scontentare Putin, voltando le spalle a chi chiede diritti e democrazia”.

Insomma se qualcuno avesse ancora dubbi sulle finalitá del partito leghista, l’astensione alla Risoluzione di ieri é la riprova che é proprio il sistema totalitario e dittatoriale quello piú ambito, il modello di riferimento.

Astenersi dalla Risoluzione vuol dire accettare arresti e repressioni su un popolo che cerca libertá e democrazia. Significa legittimare violenze e torture sui cittadini schierandosi dalla parte di un dittatore che sta violando da oltre un mese i Diritti Umani e Civili del suo stesso popolo.


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