Contro la “morte bocchinara”: due volumi dedicati a Jolanda Insana

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Una storia poetica stratificata e pluriforme, attraversata la linguaggi diversi, “mossa da un perenne senso di insoddisfazione”. Jolanda Insana (Messina 1937 – Roma 2016), una delle voci più alte della poesia novecentesca non sempre ha avuto l’attenzione che la sua intelligenza e la sua parola meritavano. Vorremmo perciò segnalare due pubblicazioni che le rendono un omaggio articolato e intenso. Il primo, e più recente, è “Pupara sono. Per la poesia di Jolanda Insana” a cura di Gianfranco Ferraro e Giuseppe Lo Castro per i tipi della Falco Editore di Cosenza. Un testo che raccoglie oltre a testi inediti e rari, contributi, saggi – quasi tutti inediti – schegge, interviste, poesie ed epigrammi e una bibliografia completa delle opere, degli scritti e della critica sulla poetessa siciliana.

Doveva essere un volume stampato per celebrare gli ottant’anni della Insana, che invece è stata colta dalla “morte bocchinara” proprio un anno prima di quell’anniversario. Lungi dall’asetticità accademica che spesso contraddistingue pubblicazioni del genere, “Pupara sono” è invece una accorata “restituzione di voci a cui la poesia di Jolanda ha a più riprese chiesto il conto”. E allora a riempire le pagine di una poderoso omaggio (reso possibile dall’indispensabile aiuto del “Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta degli autori moderni e contemporanei” dell’Università di Pavia che ha permesso la consultazione del Fondo Insana) si sono presentati amici, amiche, persone, studiosi. Una sorta di retablo variopinto e affettuosissimo che si muove per pause, accelerazioni, che si alterna alla voce stessa della poetessa e che trova probabilmente nella sezione dedicata alle traduzioni il senso di questo suo autocostruirsi collettivo. La Insana fu infatti una profonda conoscitrice del mondo classico (si era laureata in Filologia greca con una tesi sui frammenti de “La Conocchia” di Erinna).

Proprio a questo secondo aspetto si lega la seconda pubblicazione, “Due volte sette sono le parole”, una silloge inedita della Insana che l’amico e poeta Angelo Scandurra editore artigianale raffinatissimo – cui la stessa Insana le aveva affidate un anno prima della morte – ha pubblicato nelle sue “Le Farfalle”. In questa plaquette la Jnsana attraversa Eschilo e le sue tragedie, che rimangono il fondo ispiratore di questa poesia. I testi, racchiusi tra il 2002 e il 2005, e arricchiti dai disegni della stessa Insana, appaiono infatti a margine del lavoro di traduzione, da cui la Insana risale con una poesia impetuosa e ricca (e nella quale si agita anche la passione civile) “volendo essere io non protagonista della scena del testo che esiste fuori di me,ma voce di un’altra voce già scritta e perciò stesso immodificabile, io con questa fragilissima inerme armatura entro nel testo per ricomporlo” poiché tradurre poesia è una “doppia operazione […] dal momento che la poesia è per se stessa traduzione vuoi della voce interiore vuoi della voce anteriore…, e la parola è sempre manchevole.”

Pupara Sono. Per la poesia di Jolanda Insana, a cura di Gianfranco Ferraro e Giuseppe Lo Castro, Falco Editore, Cosenza 2019, euro 15,00

Jolanda Insana, Due volte sette sono le parole, Le Farfalle, Valverde, 2018, euro 10,00


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