Piccolo & grande Bibbiano. Intervista a Paolo Pergolizzi

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Un giornalista deve “dare” la notizia. Punto!

Ma ci può essere un momento in cui un giornalista decide di fermarsi? Di deporre la “penna” e riflette su quello che sta scrivendo, sugli effetti che avrà sui lettori quello che sta raccontando?

È una domanda che si è posto Paolo Pergolizzi, direttore e patron della testata on-line Reggio Sera. Paolo ha scritto un editoriale in cui ha detto basta. «Stop alle strumentalizzazioni su Bibbiano. Questo giornale sceglie, da oggi, di non occuparsi più dell’inchiesta sugli affidi della Val d’Enza in chiave politica. Seguiremo solo i suoi sviluppi giudiziari e di cronaca nera, vedi l’ultimo allarme bomba, ma non daremo conto delle manifestazioni e delle dichiarazioni dei partiti politici e movimenti che vogliono mettere il loro cappello su questa vicenda».

Paolo, come hai preso una decisione del genere? «Ho parlato in famiglia, mi sono confrontato con i miei cari; con mia moglie. Credo che noi giornalisti alle volte viviamo eccessivamente in un mondo che ci costruiamo intorno, senza guardare fuori da noi. Ho avvertito la necessità di “testare” il lavoro giornalistico; e ho preso la decisione, in autonomia. È una decisione forte, me ne rendo conto, ma la ritengo necessaria. Forse si dovrebbe pensare che spesso l’accogliere discussioni di un certo tipo di fatto legittima con la presenza sui giornali determinati linguaggi. Se è un discorso etico e deontologico? Certo, potrebbe esser letto anche in questi termini; forse si dovrebbe aprire una discussione professionale sull’argomento».

E giovedì, a Bibbiano, arriva Salvini; e le Sardine… «Esatto e cosa succederà in un paese di poche migliaia di abitanti? Saranno pronti ad accogliere un evento del genere? Credo che sia necessario da parte di tutti fare un passo indietro: politici e movimenti; forse anche da parte di una informazione fatta in certa maniera».

Che idea ti sei fatto sul “Caso Bibbiano”? «Di un caso che la politica ha strumentalizzato oltre ogni comprensibile confronto. È e rimane un’indagine giudiziaria, che coinvolge famiglie e strutture pubbliche; si deve fare chiarezza e non arroccarsi sulla sponda del giustizialismo a tutti i costi, così come non si può essere innocentisti a prescindere. Sbaglia la destra a criminalizzare nella fase delle indagini, ed è in errore la sinistra a non voler aprire una riflessione sulla vicenda, sulle accuse avanzate dalla Procura. Chi doveva vigilare, si è fatto sfuggire di mano una situazione delicatissima. Non esistono solo le responsabilità penali; ci sono anche quelle politiche».

Sul sito di Reggio Sera sono apparsi commenti di varia natura, in merito alla tua decisione; in privato avrai avuto contatti di vario genere. Come leggi queste prese di posizione? «Molti applaudono alla scelta, altri lamentano il rischio insabbiamento, ci accusano di non voler fare informazione. Ma Reggio sera continuerà a seguire la cronaca giudiziaria, legata al caso Bibbiano. Non si darà più spazio a strumentalizzazioni politiche, a linguaggi che che non tengono conto della sofferenza che è stata creata nella fattispecie. C’è bisogno di pacatezza; e noi, pur nel nostro piccolo, abbiamo voluto dare un segnale in questo senso. Speriamo serva».

Nel proprio “piccolo”, Reggio Sera è una testata che conta circa seimila visualizzazioni al giorno, con oltre 26mila “follower” sulla pagina Facebook.

Le rivoluzioni molto spesso partono dal basso; ma spesso le grandezze e le piccolezze non si misurano in like e amicizie virtuali. A volte la grandezza è nei Valori.

E Paolo Pergolizzi, nel suo Piccolo, potrebbe spiegarci qualcosa.


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