20 anni fa l’istituzione del “Giorno della Memoria”. Furio Colombo: “la situazione è peggiorata”

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“Siamo in un periodo peggiore rispetto alla fine della seconda guerra mondiale. È dunque richiesto ancora più impegno e militanza”.
È Furio Colombo a tracciare le linee di demarcazione di questo tempo, a 20 anni dall’istituzione del “Giorno della Memoria” che di fatto ha rappresentato tra i principali impegni del deputato allora dell’Ulivo nella tredicesima legislatura: Camera e Senato hanno votato la prima legge italiana per l’istituzione di questo Giorno. Unica legge  approvata all’unanimità  che ha come punto di riferimento la Shoah, insieme al ricordo di tutti coloro che hanno pagato con la vita la loro coraggiosa opposizione politica o la loro presunta diversità.
“Vent’anni dopo c’è la testimonianza che la situazione è peggiorata ma non certo perché si ricorda troppo. Ricordare ciò che è avvenuto al più ha funzionato come argine. Il fatto di aver ricordato e di averlo fatto nelle sedi istituzionali e nelle scuole ha piuttosto dunque costituito una barriera ma – prosegue il parlamentare -, ci troviamo di fronte come alla fine del secondo conflitto bellico davanti al fascismo e all’antifascismo. Ma non si tratta di perdere tempo a definire cosa sia l’uno o l’altro. Il fasciamo è sempre razzista e il razzismo oggi divampa. Il razzismo è sempre fascista e quindi non possono che esserlo coloro che lo praticano con tanta passione e persuasione”.
Secondo alcuni dunque la difesa degli ebrei e il ricordo di ciò che è accaduto ha generato e alimentato questa una nuova generazione di odiatori.
“In effetti si dice che è stata la troppa narrazione degli ebrei e di ciò che è accaduto agli ebrei che ha provocato una sorta di reazione contraria. Purtroppo non è così – continua Colombo -. Sia perché questo sentimento è ben più antico e radicato, sia  perché non è stata una pioggia di eventi in favore e in ricordo della Shoah. Si è fatto qualcosa invece che nulla, mentre nel frattempo, per altre ragioni che riguardano tutto il mondo, la nascita del sovranismo, del populismo e della lotta fortissima in corso contro la democrazia ha rafforzato la sfacciataggine, il coraggio e l’impunità di chi torna a dirsi fascista e si comporta come tale”.
La dimostrazione per Colombo è la scritta sulla porta di una ex partigiana, ex detenuta ma non ebrea ma definita tale. “Una donna che viene definita ebrea come se quella parola fosse ritenuta la peggiore offesa, il modo più sarcastico per insultare un’ antifascista”.
Il significato del Giorno della Memoria per Furio Colombo ha sempre avuto una valenza tutta italiana. “Un delitto  italiano perché le leggi  nei confronti degli Ebrei, nella loro formulazione, sono state persino più gravi di quelle tedesche. Di certo sono state diverse le modalità operative nell’applicarle ma l’Italia è stata complice dello sterminio perché di fatto si privavano i cittadini ebrei-italiani di qualsiasi diritto civile umano e giuridico”. Il deputato quindi chiarisce: “Istituire un  “Giorno della Memoria” ha  significato illuminare un delitto tutto italiano perpetrato in pieno ventesimo secolo interrompendo la malformazione e  l’illusione che si trattasse solo di una immane cattiveria tedesca”.


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