L’eminenza grigia che chiamavano “Iddu

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Le intercettazioni eseguite in quel gennaio 2016, oltre a consegnare D’AGATA, CUVA e SCHIFANI nelle mani degli inquirenti, restituiscono una figura, quale quella del Gen. ESPOSITO, che appare l’eminenza grigia della situazione.
Al fine di lumeggiare il compendio probatorio formatosi intorno ad ESPOSITO, occorre riavvolgere il nastro narrativo al 31 gennaio 2016, e ritornare a quell’ormai famosa trasferta palermitana allestita ex abrupto dal Col. D’AGATA, insieme alla propria moglie, dopo che il Prof. CUVA gli aveva chiesto telefonicamente di raggiungerlo perché “Antonella” stava male e occorreva portare un certificato a Roma con urgenza, per un rapido inizio della terapia.
É stato già dimostrato come il vero motivo della convocazione del colonnello a Palermo fosse da individuare nell’esigenza di comunicargli che era sottoposto ad intercettazioni, ciò che, in effetti, al di là dell’ermetismo espressivo di CUVA, era stato subito intuito dai coniugi D’AGATA.
Essi, infatti, durante il viaggio, ragionavano anche sulla fonte delle notizie che CUVA gli avrebbe riversato, individuandola con certezza nel Gen. ESPOSITO.
Prima di passare alla lettura diretta del contenuto delle conversazioni intercettate nella vettura dei coniugi D’AGATA, va certamente sottolineato un aspetto: essi, sul coinvolgimento di ESPOSITO nella vicenda, ne hanno assoluta certezza, mentre si esprimono in termini ipotetici soltanto sulle ragioni per cui il generale avesse scelto la soluzione dell’interposizione multipla di persone per portare a conoscenza dell’ufficiale le novità investigative che lo riguardavano.
[…] E’ dunque evidente come costituisca convincimento di D’AGATA e della moglie, Rosa BATTIATO, che all’origine della rivelazione di notizie segrete afferenti all’indagine vi sia ESPOSITO, chiamato anche “iddru” o “chiddru” (lui) o il “generale”. Certamente non può sollevarsi alcuna obiezione circa la corretta identificazione in ESPOSITO del generale di cui si sta parlando.
A tacer d’altro si consideri che, nella conversazione n. 564 sopra riportata, D’AGATA chiede espressamente alla moglie se “chiuddru” che lei colloca all’apice della catena rivelatoria sia il “generale”, ricavandone un cenno di conferma. Inoltre, i loquenti come meglio vedremo infra, parlando di “quello” al quale una donna, non meglio identificata, avrebbe chiesto se D’AGATA svolgeva attività istituzionale, potenzialmente suscettibile di essere compromessa dalle intercettazioni che stavano per essere eseguite nei suoi confronti (D’AGATA: “…o sennò quella gli avrebbe fatto quella domanda per sapere se poteva avere via libera…e quello gli ha detto no… guardi che…istituzionalmente non stà facendo niente quindi automaticamente c’è il via libera!”), non possono non riferisi ad ESPOSITO.
Infatti, l’unico soggetto al quale si poteva rivolgere una domanda sugli incarichi coevi di D’AGATA presso l’A.I.S.I. non poteva che rivestire un ruolo apicale all’interno dell’agenzia, nella quale, peraltro, ESPOSITO, tra i soggetti a conoscenza dell’inchiesta su MONTANTE-D’AGATA, era l’unico a rivestire il grado di generale, in quanto CAVACECE e BLENGINI provenivano dal ranghi della Polizia di Stato e, pertanto, non possedevano i gradi militari (cfr., rispettivamente, per le qualifiche possedute da CAVECECE e BLENGINI, verbale di interrogatorio del 25 maggio 2018
e verbale di assunzione di informazioni del 24 maggio 2018).
Inoltre, sempre in data 31 gennaio 2016, i coniugi D’AGATA commentavano, sia nel viaggio di andata verso Palermo che nel viaggio di ritorno da Palermo, una visita che il generale aveva fatto il giovedì precedente, in un posto non meglio precisato per attingere maggiori informazioni sull’indagine.
Ebbene, il giovedì precedente, ossia il 21 gennaio 2016, il Gen. ESPOSITO era stato a Palermo, come si ricava, tra l’altro, da una telefonata nella quale un ufficiale dei carabinieri, che in quella data si trovava nel capoluogo siciliano, aveva conversato con D’AGATA dicendogli di avere incontrato “il [suo] direttore”, da ciò traendosi ulteriore conferma del fatto che ESPOSITO è il generale di cui parlavano i coniugi D’AGATA.
Peraltro, ciò consente di superare ogni riserva circa la reale natura del convincimento dei coniugi D’AGATA sulla regia di ESPOSITO nella rivelazione del segreto, convincimento che, evidentemente, non costituiva la solidificazione di loro semplice impressione, bensì l’oggetto di una loro precisa conoscenza degli eventi.
[…] A questo punto nessun dubbio può sopravvivere circa l’identità della gola profonda cui alludevano i coniugi D’AGATA nel parlare di “iddru” o del “generale”.
E’ chiaro che tali conclusioni non intendono pregiudicare la posizione processuale di ESPOSITO, che è al vaglio di altro giudice, ma sono assolutamente funzionali a ricostruire la filiera della rivelazione illecita delle notizie, nella quale si inserirebbe l’odierno imputato, Andrea GRASSI.

Da mafie


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