Amnesty: Israele ostacola con manovre discriminatorie la rappresentanza palestinese alla Knesset

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I membri palestinesi del parlamento israeliano, la Knesset, sono oggetto di crescenti minacce alla loro libertà di espressione. Queste minacce sono il sintomo della situazione generale in Israele, dove si è andato riducendo lo spazio per qualunque voce che critichi il governo israeliano per come tratta i Palestinesi, mentre si è rafforzata la discriminazione verso quei cittadini.

In un comunicato pubblicato oggi, nell’imminenza delle elezioni israeliane del 15 settembre, Amnesty International sostiene che i Palestinesi eletti al parlamento israeliano, la Knesset, sono oggetto di leggi e regolamenti discriminatori che compromettono la loro possibilità di rappresentare e difendere i diritti della minoranza palestinese in Israele.

Eletti ma soggetti a restrizioni: spazi d’azione sempre più ristretti per i parlamentari palestinesi nella Knesset israeliana: questo il titolo del rapporto[di 22 pagine]che descrive in dettaglio come la libertà di espressione dei membri palestinesi della Knesset sia minacciata da modifiche legislative discriminatorie, da nuove proposte di legge e dai regolamenti della Knesset. Viene anche sottolineata la retorica provocatoria usata da ministri del governo israeliano per accusare i parlamentari palestinesi e si denuncia il fatto che proposte di legge avanzate dai parlamentari palestinesi sono state ingiustamente respinte su basi discriminatorie.

“I membri palestinesi della Knesset israeliana subiscono sempre più frequentemente attacchi discriminatori. Anche se vengono eletti democraticamente come i loro colleghi ebrei israeliani, i parlamentari palestinesi sono oggetto di una discriminazioneprofondamente radicata e subiscono indebite restrizioni che limitano la loro possibilità di difendere i diritti dei Palestinesi”, ha detto Saleh Higazi, vice-direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa.

“Dal momento che Israele commette sistematicamente violazioni dei diritti umani ai danni dei Palestinesi in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati, è essenziale che la voce dei Palestinesi sia ascoltata, tenuta in considerazione e rispettata in parlamento.”

Le sempre più numerose restrizioni subite dai parlamentari palestinesi alla Knesset fanno parte di uno sfacciato atteggiamento discriminatorio messo in atto dalle autorità israeliane nei confronti dei cittadini palestinesi di Israele.

I Palestinesi rappresentano il 20% della popolazione di Israele e, sebbene i loro diritti di partecipazione e rappresentanza politica siano riconosciuti dalla legge israeliana e dalla legge internazionale, nella pratica essi subiscono molteplici discriminazioni in termini di cittadinanza, alloggio, istruzione e assistenza sanitaria.

La legge di “Israele stato nazione” (conosciuta formalmente come Legge Fondamentale: Israele –Stato Nazione del popolo ebraico), che è entrata in vigore nel 2018, definisce Israele come lo stato nazione del popolo ebraico, consolidando in termini costituzionali la disuguaglianza e la discriminazione verso i non-Ebrei. La legge garantisce il diritto all’autodeterminazione solo agli Ebrei, stabilisce che l’immigrazione comporta automaticamente la cittadinanza solo per gli Ebrei, promuove la costruzione di insediamenti ebraici e declassa l’arabo dallo status di lingua ufficiale.

Negli ultimi anni, le autorità israeliane hanno intensificato la loro retorica divisiva nei confronti delle minoranze e delle comunità marginalizzate, restringendo così lo spazio di chi sostiene i diritti dei Palestinesi. Hanno minacciato e diffamato i difensori palestinesi e israeliani dei diritti umani e le organizzazioni della società civile, così come i gruppi internazionali, tra cui Amnesty International.

Palesi discriminazioni alla Knesset

Amnesty International ha individuato una serie di emendamenti legislativi, regolamenti e prassi della Knesset che facilitano la discriminazione nei confronti dei parlamentari palestinesi. Ad esempio, un emendamento legislativo del 2016 che permette alla Knesset di espellere con un semplice voto di maggioranzadei parlamentari regolarmente eletti, significa che un parlamentare che esprime pacificamente opinioni o pareri politici che sono giudicati inaccettabili da una maggioranza della Knesset, può essere espulso dal parlamento. Un parlamentare palestinese ha descritto questo emendamento come “una spada brandita sulla nostra testa da membri della Knesset che sono nostri oppositori politici”, indicando così che si vogliono intimidire e ridurre al silenzio i parlamentari palestinesi.

Il rapporto illustra anche gli atteggiamenti sfacciatamente discriminatori e la retorica divisiva messi in atto dai politici israeliani nei confronti delle loro controparti palestinesi. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto apertamente che “Israele non è uno stato di tutti i suoi cittadini … ma è lo stato nazione del solo popolo ebraico”, ed ha sostenuto che i partiti politici palestinesi vogliono eliminare lo stato di Israele.

Importanti esponenti del governo e parlamentari israeliani usano regolarmente un linguaggio provocatorio e lesivo nei confronti delle loro controparti palestinesi, cercando evidentemente di delegittimare loro e il loro lavoro. Alcuni parlamentari palestinesi che hanno osato criticare le politiche israeliane sono stati etichettati come “traditori” e c’è stato chi ha chiesto che fossero “messi fuori legge” o processati per “tradimento”.

Certi regolamenti della Knesset, che erano inizialmente finalizzati a garantire comportamenti etici, sono stati distorti per limitare indebitamente la libertà di espressione dei parlamentari palestinesi. A due membri palestinesi della Knesset è stato impedito di viaggiare all’estero con i fondi di ONG che erano nella “lista nera” in base a un emendamento del 2018 alle regole etiche della Knesset con cui si vieta di viaggiare con fondi che provengano da un’organizzazione che “sostiene il boicottaggio dello stato di Israele”. Sebbene Amnesty International non promuova e non sostenga specifici boicottaggi, ritiene tuttavia un diritto promuovere o partecipare a un boicottaggio, in quanto libera espressione di una scelta che deve essere rispettata e protetta dalle autorità.

Il rapporto di Amnesty International evidenzia anche che, dal 2011, almeno quattro proposte di legge relative ai diritti dei Palestinesi, tra cui il loro diritto di partecipare alla vita pubblica, sono state eliminate ancor prima di raggiungere la discussione in parlamento.

“La Knesset israeliana deve urgentemente annullare o modificare qualunque normativa che favorisca la discriminazione nei confronti dei parlamentari e degli altri cittadini palestinesi di Israele, a cominciare dalla legge sullo stato nazione”, ha detto Saleh Higazi.

“Le autorità israeliane devono porre fine alle restrizioni discriminatorie verso i parlamentari palestinesi e devono garantire il loro diritto alla libertà di espressione. Devono anche smettere di usare un linguaggio aggressivo che cerca di ostracizzare dei rappresentanti eletti che difendono i diritti umani e l’uguaglianza, ma che finisce per eccitare ostilità verso i Palestinesi in generale.

https://www.amnesty.org/en/latest/news/2019/09/israel-discriminatory-measures-undermine-palestinian-representation-in-knesset/

Traduzione di Donato Cioli

A cura di AssopacePalestina


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