Giornalismo sotto attacco in Italia

Quegli squadristi allergici alla Costituzione e all’impegno civile

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Gli squadristi non possono sopportare che esistano ancora donne e uomini che hanno nel cuore la Costituzione.
Diventano furie quando scoprono che non possono fare quello che vogliono e che cresce il fronte di chi ha deciso di contrastarli e di contestarli.
Così scatenano la macchina del fango contro le organizzazioni non governative, contro la Guardia Costiera, contro i sacerdoti che amano il Vangelo, contro i cronisti che non subiscono il fascino del felpa, contro intellettuali, scrittori, giornalisti che ancora osano fare domande e ribellarsi in nome dei diritti umani e civili.
“Perché non li portate a casa vostra, ululano coloro che, a casa loro, non hanno mai ospitato neppure un connazionale povero e disperato..”
Strepitano contro gli ultimi della terra, ma tacciono sulle guerre, sullo sterminio da fame, sulla vendita delle ami, sul commercio degli “Scarti umani” che fanno le fortune dei Trump e dei Putin.
Chiudono le fontanelle ai migranti, ma non invocano “Tolleranza zero” di fronte al caporalato o alle morti sul lavoro, forse hanno paura di perdere i consensi di qualche padroncino “Bianco e razzista”
Odiano anche Francesco perché odiano chiunque costruisca i ponti del dialogo, dell’inclusione, della solidarietà.
Allora giù botte fango contro i cosiddetti “Buonisti” , ancor più se si tratta di donne coraggiose, autorevoli e conosciute per il loro impegno civile da Michela Murgia a Luciana Litizzetto, da Fiorella Mannoia a Paola Turci, da Asmae Dachan a Federica Angeli.
Imparino a tacere, senza disturbare don Rodrigo e i suoi bravi,
Chi prova a reagire viene insultato perché “Vogliono imbavagliarci” come strepitano i lupi travestiti da agnelli
Del resto sono gli eredi di quelli che “Matteotti se l’é andata a cercare..”
Per questo bisogna reagire e non lasciare mai sole o soli i bersagli dei pestaggi mediatici, promossi e organizzati da vere e proprie centrali della provocazione,
L’articolo 21 della Costituzione non tutela il diritto alla diffamazione, all’ingiuria, al linciaggio.
Si tratta di reati e come tali vanno denunciati, perseguiti, sanzionati.
Spetta ciascuno di noi farlo e mettersi a disposizione di chi deciderà di reagire, sempre, comunque, dovunque.
Non sappiamo quando e quale governo si formerà, ma ci auguriamo che oltre al “Taglio” dei parlamentari voglia anche occuparsi di “Tagliare” le norme incostituzionali già approvate e di disarmare gli squadristi che, in questa stagione, hanno goduto di omissioni, compiacenze, opportunistiche vigliaccherie,

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