Sea Watch, 40 associazioni chiedono a Conte un porto sicuro per i migranti

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Da 12 giorni la nave è in attesa di sapere dove far sbarcare le 42 persone salvate nel Mediterraneo. “La Libia non è un porto sicuro. L’Italia e gli altri Stati collaborino per completare il soccorso. Alle valutazioni politiche venga anteposta la tutela della vita”

BOLOGNA – Quaranta associazioni e organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti dei minorenni e di rifugiati e migranti scrivono al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere un porto sicuro per le 42 persone rimaste a bordo della Sea Watch 3, al loro dodicesimo giorno in mare. “Apprezziamo che, nei giorni scorsi, l’Italia abbia consentito lo sbarco di bambini, donne incinte e altre persone vulnerabili – si legge nella lettera – Resta tuttavia di urgenza inderogabile che tutte le persone a bordo, in particolare i minorenni e le altre persone vulnerabili, possano toccare terra in un porto sicuro nel minor tempo possibile e che alle valutazioni politiche venga anteposta la tutela della vita e dell’incolumità degli esseri umani”. Ricordando le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, i 40 firmatari chiedono che “l’Italia adempia ai suoi doveri di solidarietà, assistenza e accoglienza, così come previsto dalla Costituzione italiana e dal diritto internazionale”.

Sottolineando come la Sea Watch non possa ottemperare all’ordine di ricondurre le persone salvate in Libia, in quanto “porto non sicuro”, le organizzazioni firmatarie dell’appello evidenziano “la necessità che l’Italia e gli altri Stati coinvolti collaborino attivamente al completamento delle operazioni di soccorso con il rapido approdo in un porto sicuro di tutte le persone a bordo” e chiedono al presidente Conte di “ricorrere alle sue responsabilità per fare sì che le operazioni di sbarco possano essere condotte nelle prossime ore, assicurando l’opportuna immediata presa in carico dei minorenni ancora a bordo e di tutte le altre persone bisognose di cure e supporto”.

Tra i firmatari della lettera ci sono: A buon diritto, Anfaa (associazione nazionale Famiglie adottive e affidatarie), Asgi, Antigone, Cammino (Camera italiana avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni), Ciai, Centro Astalli, l’associazione culturale Pediatri, Amnesty International Italia, l’associazione nazionale dei Pedagogisti italiani, Arci, associazione Antonia Vita – Carrobiolo, A Roma, insieme – Leda Colombini, La Rosa Roja onlus, associazione 21 luglio onlus, associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Casa dei diritti sociali – Focus, Cini (Coordinamento italiano Ngo internazionali), Consiglio italiano per i rifugiati, Cismai, Cittadinanzattiva, Cnca, Coordinamento genitori democratici, Edi onlus, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Fondazione L’albero della vita, Fondazione Mission bambini, Fondazione Roberto Franceschi onlus, Intersos, l’abilità onlus, La Gabbianella e altri animali, L’altro diritto onlus, Movimento allattamento materno italiano, Médecins du monde – Missione Italia, Medici per i diritti umani, Medici senza frontiere, Oxfam, Salesiani per il sociale, Save the children Italia, Sao – Saveria Antiochia osservatorio antimafia, Senzaconfine, Sos Villaggi dei bambini, Terres des hommes.

Da redattoresociale

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