Tre buone ragioni per partecipare alle celebrazioni del 25 aprile

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Il Forum del terzo settore della Lombardia annuncia la partecipazione di associazioni e cooperative agli incontri in Lombardia e in Italia del 25 aprile. Per ricordare quanti hanno dato la vita per la libertà, per opporsi alla delegittimazione di ong e associazioni, per contrastare oggi nuove forme di fascismo

 

MILANO – Associazioni, cooperative e ong della Lombardia partecipano alle celebrazioni del 25 aprile. “Oggi vi è la necessità di contrastare e ‘liberarsi’ nuovamente da un un fascismo subdolo che ritroviamo nei gesti e nelle parole di chi pratica forme di odio razziale e di discriminazione”, afferma Valeria Negrini, portavoce del Forum del terzo settore della Lombardia, al quale aderiscono 32 organizzazioni, oltre 52mila realtà con circa 75mila lavoratori e quasi un milione di volontari.

Tre sono le buone ragioni per cui è necessario partecipare alle celebrazioni del 25 aprile. “Perché è un modo per rendere onore e ricordare quanti hanno dato la vita per liberare l’Italia dalla dittatura e dalla violenza fascista e nazista -ricorda Valeria Negrini-, che rimangono il momento più oscuro nella storia del nostro Paese e dell’Europa intera”. La seconda ragione è che

Ogni forma di dittatura non è in alcun modo conciliabile con la nascita e lo sviluppo di realtà associative che oggi fanno parte del Terzo Settore e che rappresentano il modo in cui la società civile emerge come soggetto collettivo, luogo in cui la persona diventa attrice nel campo economico e sociale attraverso forme proprie e libere di aggregazione”. Non è per caso che l’avvento del fascismo colpì duramente fra il 1919 e il 1924 la cooperazione democratica, fa notare il Forum del terzo settore. E la storia sembra ripetersi. “Siamo preoccupati per le forme e i tentativi di questi ultimi tempi di delegittimare e criminalizzare (le ONG, la cooperazione, chi si occupa di minori e, domani, chissà, chi si occupa di detenuti, di persone con problemi di salute mentale… chi fa del bene insomma) quelle formazioni sociali intermedie tra individuo e Stato che costituiscono una forma irrinunciabile della democrazia, uno spazio insopprimibile e incomprimibile che è luogo della libertà di formarsi, organizzarsi, agire per soddisfare bisogni collettivi e tutelare interessi generali”.

Infine, “oggi vi è la necessità di contrastare e ‘liberarsi’ nuovamente da un un fascismo subdolo che ritroviamo nei gesti e nelle parole di chi pratica forme di odio razziale e di discriminazione, di chi fomenta la guerra tra poveri, di chi utilizza la violenza verbale sui social, sui media, in politica recuperando gesti, formule, frasi, figure che richiamano il fascismo, di chi invoca frontiere chiuse e filo spinato, di chi immagina di demolire l’Europa (non è un caso che il manifesto di Ventotene sia stato scritto nell’isola in cui gli antifascisti venivano mandati al confino), di chi si compiace di ‘essere cattivo’ e irride chi si adopera in azioni e progetti di solidarietà e di inclusione; liberarsi da quanti si permettono di scherzare, dileggiare, ignorare il 25 Aprile dimenticando che è proprio grazie a quella Liberazione che è nata la nostra repubblica e democrazia che oggi consente anche a loro di agire e parlare”. (dp)

Da redattoresociale


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