Spagna. Elezioni legislative. Affluenza molto alta, al 75,4%

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Premiati i socialisti col 29% e 123 seggi, popolari dimezzati, delusione Podemos e l’estrema destra di Vox al 10%. Difficile comporre il governo

I socialisti del premier uscente Pedro Sanchez sono il primo partito, i popolari toccano il minimo storico e la destra estrema di Vox torna in Parlamento a 44 anni dalla morte di Francisco Franco: sono i tre dati certi delle elezioni anticipate in Spagna che però non hanno espresso una maggioranza chiara, Così, dopo la grave crisi politica del 2017, chiunque voglia formare un governo dovrà trattare con gli indipendentisti catalani con tutte le incognite legate a una regione in grande fermento. Di confortante c’è il dato dell’affluenza, il 75,74% contro il 66,48% del 2016, con un autentico boom proprio in Catalogna.

Il Psoe è al 29% con 123 seggi (ne aveva solo 85) sui 350 totali e non può quindi allearsi solo con i deputati di sinistra di Podemos che si sono fermati al 14,3% (35 seggi), insieme ai quali in totale non supererebbe i 158 seggi. Sanchez si vede rafforzare nel ruolo di argine alle destre ma non ha una maggioranza ‘naturale’ per restare alla Moncloa. Deluso il leader di Podemos, Pablo Iglesias: “Non sono i risultati in cui speravamo, ma abbiamo sfatato le peggiori previsioni. Dobbiamo essere ottimisti”. Il Partito popolare di Pablo Casado è al 17% e dimezza i seggi che diventano 66. Con i suoi alleati del ‘modello andaluso’, i liberali di Ciudadanos di Albert Rivera (16% e 57 seggi) e l’estrema destra di Vox (10,2% e 24 seggi), non può arrivare alla maggioranza assoluta di 176 seggi. Vox si conferma dopo l’exploit di dicembre in Andalusia, anche se sfonda di poco il muro del 10%. “Possiamo dire a tutta la Spagna che Vox è qui per rimanerci”, ha commentato in un comizio il leader Santiago Abascal, “questo è solo l’inizio”.

L’ago della bilancia potrebbero essere gli indipendentisti catalani dei repubblicani di sinistra (Erc), che avrebbero conquistato 15 seggi. Per ottenere la maggioranza assoluta alle Cortes Generales servono 176 seggi. Con questi numeri, quindi, a un’alleanza di ‘izquierda’ tra i socialisti e Podemos mancherebbe una dozzina di seggi per assicurarsi il governo del Paese. Diventerebbe a questo punto indispensabile l’appoggio degli indipendentisti, in particolare di quell’Erc che aveva fatto cadere l’esecutivo Sanchez negandogli il sostegno alla legge di bilancio. Tra le altre formazioni indipendentiste, il partito nazionalista basco (Pnv) avrebbe conquistato sei seggi, Junts per Catalunya, il partito di Carles Puigdemont, sette, e un’altra lista basca, EH-Bildu, altri quattro.


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