Premio Lucchetta, i finalisti del concorso

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Ancora una volta dal Premio Luchetta arriva una straordinaria istantanea del pianeta con i reportage internazionali pervenuti alla Giuria della 16^ edizione, presieduta dal Direttore di Rainews24 Antonio Di Bella, e della quale fanno parte fra gli altri i presidenti Assostampa Fvg Carlo Muscatello e Ordine regionale giornalisti Cristiano Degano. Corrispondenze nelle quali è l’infanzia, soprattutto, a pagare il prezzo più alto dei conflitti che funestano il mondo.

Ma ecco le terne finaliste delle cinque categorie dell’edizione 2019 del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, i cui vincitori saranno proclamati alla vigilia di Link Festival 2019 in programma dal 9 al 12 maggio a Trieste, in piazza Unità.

Per la categoria Tv News si contenderanno il Premio Luchetta 2019 i servizi di Giammarco Sicuro che per RAI Tg2 ha documentato il dramma dei bambini di strada a La Vega, non lontano da Caracas, Venezuela; di Orla Guerin con la sua corrispondenza per BBC News, sui 42 bimbi massacrati lo scorso agosto nello Yemen, vittime –o meglio, “danno collaterale”- di un bombardamento aereo da parte delle forze di coalizione; e di Sally Nabil che per BBC News – BBC Arabic ha raccontato la vicenda dei piccoli orfani di Misurata, figli di foreign fighters Isis caduti in conflitto.

Nella sezione reportage sono in gara Diego Bianchi, più familiare al grande pubblico come ‘Zoro’, con l’emozionante diario di viaggio in Congo in onda su Propagandalive La7, nel quale testimonia l’emergenza malnutrizione per l’infanzia, vittima di epidemie, scontri armati, fame e disordini e che per sopravvivere può contare solo sull’aiuto di associazioni umanitarie; Jonah M. Kessel che per The New York Times ha documentato dalla Cina rurale il tragico gap di un sistema sanitario che impedisce alle famiglie in difficoltà economica di avere accesso alle cure per gravi malattie; e Massimiliano Chiavarone che per TG2 Storie ha raccontato la “sindrome di autoreclusione volontaria” dei giovani occidentali, assimilabile al fenomeno chiamato Hikikomori in Giappone che produce conseguenze devastanti, culminando spesso in episodi di autolesionismo e violenza.

Per la stampa italiana selezionati gli articoli di Daniele Bellocchio per L’Espresso, sul Ciad in fuga da Boko Haram e sulla storia di Halima Adama, a 12 anni vittima di un matrimonio forzato e poi obbligata dal marito ad effettuare una missione suicida; di Barbara Schiavulli, per la testata Radio Bullets sulla crisi in Venezuela, dove gli ospedali sono privi di tutto e si muore anche per una semplice malattia: come a Catia, uno dei barrio più poveri di Caracas. E di Lisa Zancaner per L’Espresso sui bimbi cercatori d’oro in Burkina Faso, quotidianamente inghiottiti dalle viscere della savana alla ricerca del metallo prezioso per compensi miseri.

Tre grandi testate sono in gara per la stampa internazionale al Premio Luchetta 2019: Tom Parry ha raccontato sul Daily Mirror il dramma Rohingya in Bangladesh, nella città temporanea più grande al mondo: una baraccopoli di capanne di bambù; Margaux Benn su Le Figaro ha documentato le storie dei bimbi soldato dell’Isis nella provincia orientale dell’Afghanistan: giovani dagli 11 ai 16 anni, reclutati e indottrinati e già a 5 anni costretti a partecipare alle esecuzioni; Bruno Lus per Le Monde sulle “vetrine” youtube dei genitori francesi che esibiscono i loro figli: un’attività spesso lucrativa che pone problemi di tipo etico e legale.


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