Mafia e politica, imprenditoria e imperi finanziari per avere il controllo del territorio

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La quarta mafia salentina, la sacra corona unita, spesso quarta anche nelle classifiche stilate su territorio nazionale, si rivela infida, pericolosissima, forte. Perché striscia tra i colletti bianchi, si ripulisce il volto, fa affari con la politica e produce disastrose metastasi sul territorio. Una radiografia  consegnata, nuda e cruda, dalla complessa faccenda legata alle elezioni 2014 in Bcc Terra d’Otranto, una delle storiche casse rurali del mezzogiorno, con sedi a Lecce e provincia.

Si è aperto davanti al gup del tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, il processo che vede indagate dieci persone, a vario titolo, per estorsione aggravata da metodo mafioso, violenza privata, tentata concussione e via discorrendo. Processo rinviato al 21/11 in aula bunker (uno degli indagati, Saulle Politi,  elemento di spicco della frangia monteronese della Sacra Corona Unita è detenuto per altri reati da qualche mese, vicino peraltro secondo gli inquirenti, alla ‘ndrina calabrese dei Mammoliti di Oppido Mamertina), un paio di vizi di forma da sanare e un’incognita su una richiesta fatta in aula dal pm che seguì l’inchiesta.

Per ordine: gli indagati hanno avuto diritto all’udienza preliminare prima del rinvio a giudizio, nessuna imputazione coatta, prima l’udienza filtro. Che ora slitta ancora di tre settimane.

Il ruolo della pm Carmen Ruggiero: in aula il suo inatteso intervento relativo al personaggio ritenuto la chiave di volta dell’intera vicenda, Giancarlo Mazzotta, uomo di Forza Italia, sindaco al secondo mandato del comune salentino di Carmiano (dove ha sede una delle filiali di Bcc), cugino di un altro degli indagati (Gianni Mazzotta, anch’egli ritenuto elemento di spicco della frangia criminale di Monteroni), imprenditore del settore turistico-ricettivo, difensore della legalità tanto da posare con Rita Borsellino e sfilare a Lecce contro il racket delle estorsioni (una delle accuse a suo carico è estorsione aggravata da metodo mafioso, ndr).

Ruggiero ha letto in aula il sunto delle dichiarazioni del neo pentito di mafia salentino, Tommaso Montedoro che, dice, avrebbe incontrato il Mazzotta per tramite di un altro volto noto (Totò Mazzotta), in occasione della realizzazione di un supermercato a Casarano. Il sindaco avrebbe garantito impegno sul fronte finanziamenti regionali ed eventuali concessioni di credito presso BCC, in cambio di campagna elettorale. Al boss, in dono, anche un paio di Hogan. Circostanza che in aula l’aministratore pubblico ha smentito categoricamente.

La pm si è riservata di depositare l’interrogatorio completo ma il gup Brancato, ha rigettato l’istanza ritenendola intempestiva. Poca cosa in realtà, giacché entro il 21/11 la pm potrà depositare i documenti che riterrà opportuni.

Una bufera mentre impazza la campagna elettorale per le provinciali, a Lecce. Che scuote il gruppo di appartenenza del sindaco di cui si dibatte. Già citato, peraltro, da un ex collaboratore di giustizia per vicinanza alla famiglia del boss detenuto Mario Tornese.

Il quadro che ne viene fuori è preoccupante. Le decisioni che saranno prese a Palazzo di Giustizia determinanti. Il consenso dell’elettorato (il sindaco fu riconfermato con maggioranze bulgare mentre esplodeva l’inchiesta Bcc, nel 2015), un altro dato da leggere con attenzione per studiare gli equilibri e tastare il polso del tessuto sociale salentino. Nel video realizzato per IlTaccodItalia, l’identikit di Mazzotta, dall’attività amministrativa alle foto con la gente che conta, dalle accuse di abusi edilizi al simpatico cortometraggio con Sara Tommasi.


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