Consiglio europeo. All’alba trovato un accordo unanime sui migranti

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Ogni stato si regolerà come crede, “su base volontaria”. I 4 di Visegrad cantano vittoria, e Conte si accoda

Di Pino Salerno

Sono da poco passate le 4.30 quando il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, dopo una maratona di trattative durata 13 ore in totale, otto e mezzo delle quali dedicate ai migranti, annuncia l’accordo a 28 sul dossier migranti. Poco dopo i leader iniziano ad uscire alla spicciolata dal palazzo del consiglio europeo. Quella migratoria “è una sfida non solo di uno Stato membro, ma di tutta Europa nel suo insieme”. E’ questa la premessa da cui partono le conclusioni del Consiglio europeo, adottate all’unanimità all’alba dai capi di Stato e di governo dell’Ue. Il documento in 12 punti introduce diverse novità. I leader si dicono “determinati a continuare e rafforzare” l’azione “per prevenire un ritorno ai flussi incontrollati del 2015 e ridurre ulteriormente la migrazione illegale su tutte le rotte esistenti e nuove”. Per il Mediterraneo centrale, “l’Ue continuerà a stare dalla parte dell’Italia”, rafforzato il sostegno alla regione del Sahel, alla Guardia costiera libica, alle comunità costiere e del sud del paese, si legge nel documento. “Tutte le navi che operano nel Mediterraneo devono rispettare le leggi applicabili e non ostruire le operazioni della Guardia costiera libica”. Come chiesto dall’Italia, le conclusioni del Vertice evocano la necessità “di un nuovo approccio fondato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri per gli sbarchi di chi è salvato nelle operazioni di ricerca e soccorso” in mare. In questo contesto, i leader chiedono alla Commissione di “esplorare rapidamente il concetto di piattaforme regionali di sbarco” nei paesi terzi che dovrebbero “operare distinguendo le situazioni individuali dei migranti, nel pieno rispetto del diritto internazionale e senza creare un fattore calamità”. Le conclusioni del Vertice prevedono che “sul territorio dell’Ue chi viene salvato secondo il diritto internazionale debba essere preso in carico sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti in alcuni Stati membri, solo su base volontaria”.

Il premier Conte: “Europa più responsabile e solidale”, ma i veri vincitori sono Merkel e il gruppo di Visegrad

“Da questo Consiglio europeo esce un’Europa più responsabile e più solidale: l’Italia non è più sola”, ha detto, poco dopo le 5 di questa mattina, il premier Giuseppe Conte, al termine del difficilissimo negoziato fra i capi di Stato e di governo sull’immigrazione, al vertice Ue di Bruxelles. Conte ha poi segnalato le novità del paragrafo 6 delle conclusioni, totalmente nuovo rispetto alla bozza iniziale, e il più difficile da negoziare. “In Europa – ha spiegato il premier – d’ora in poi si possono creare anche dei centri di accoglienza nell’ambito degli Stati membri, ma solo su base volontaria. Quindi per i paesi che lo desiderano e che vogliano attrezzarsi per farlo ci saranno questi centri basati su una gestione collettiva europea”. Si tratta, in sostanza, della prefigurazione di quella “coalizione dei volenterosi” di cui parlava nei giorni scorsi la cancelliera Merkel: un accordo fra gli Stati membri che vorranno effettivamente condividere la gestione de lo smistamento dei migranti dopo il loro salvataggio in mare e sbarco nei “centri di accoglienza” (o, come vengono chiamati nelle conclusioni, “centri controllati”). Le operazioni di smistamento in questi centri (individuazione dei migranti che hanno titolo alla protezione internazionale e di quelli “economici”, da rimpatriare o rinviare nei paesi di transito) avverranno con “il pieno sostegno” dell’Ue, si precisa nelle conclusioni. Il paragrafo 7, ha spiegato ancora Conte, “afferma finalmente il principio del rifinanziamento del Fondo fiduciario per l’Africa, che ci torna particolarmente utile per le rotte dei migranti nordafricani”. Questo era un punto chiave per l’Italia, che ha avuto piena soddisfazine: il Fondo sarà rifinanziato con 500 milioni di euro dal Fondo europeo di Sviluppo, più altri contributi che gli Stati membri sono invitati a fornire. “Avevamo chiesto, ed era il primo obiettivo della nostra proposta – ha ricordato poi il premier italiano -, che fossero intensificati i rapporti e gli accordi con i paesi di origine e di transito dei migranti”. A questo è dedicato il paragrafo 8, che prospetta un partenariato con l’Africa volto a una “sostanziale trasformazione socio economica” del Continente. Infine, ha segnalato ancora Conte, il paragrafo 12 “afferma chiaramente la necessità di riformare Dublino (il regolamento sul sistema di asilo comune, ndr), anche tenendo conto delle persone che vengono soccorse in mare, alla luce quindi delle regole di ricerca e soccorso in mare”. “Qundi – ha concluso il premier italiano – direi che nel complesso possiamo ritenerci soddisfatti. E’ stata una lunga negoziazione, ma l’Italia – ha ripetuto – da oggi non è più sola”. Infine, a un giornalista che chiedeva se verranno aperti in Italia nuovi centri di accoglienza nel quadro degli accordi volontari, Conte ha risposto: “Sono decisioni che prenderemo a livello governativo in modo collegiale, ma direi che non siamo assolutamente invitati a farlo”.

Macron e Merkel: “segnale positivo aver concordato su un testo comune”

L’accordo sulle conclusioni del Consiglio europeo sull’immigrazione, raggiunto stamattina dopo una lunga notte di negoziati, “è una tappa importante perché siamo riusciti a ottenere una soluzione europea e un lavoro di cooperazione”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, all’uscita dal Consiglio. “L’Europa vivrà ancora per lungo tempo la sfida dell’immigrazione: dobbiamo farvi fronte restando fedeli ai mostri valori”, ha sottolineato Macron. “Dopo un’intensa discussione sull’immigrazione, il tema più difficile per l’Unione europea, il fatto di aver concordato un testo comune è un buon segnale”, ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel, questa mattina a Bruxelles, al termine del negoziato notturno sulle conclusioni del Consiglio europeo. Ma, ha avvertito la cancelliera, “abbiamo ancora molto lavoro da fare per superare le divisioni”.

Il premier polacco rivendica il successo del gruppo di Visegrad

“Dopo più di due anni di discussioni difficili, controversie e pressioni, tutta l’Ue a 28 unanimemente ha adottato la posizione polacca e del gruppo di Visegrad: no ai ricollocamenti forzati e riforma di Dublino solo se all’unanimità”. Lo ha scritto su Twitter il premier polacco Mateusz Morawiecki commentando l’esito del vertice.

Da jobsnews


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