3 ottobre. Giornata Memoria vittime immigrazione. L’Arci davanti alle scuole per chiedere lo ius soli

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“Il 3 ottobre di quattro anni fa 368 persone morirono annegate al largo di Lampedusa. Erano donne, uomini, bambini che provenivano per lo più dall’Eritrea per fuggire alla dittatura del presidente Afewerki. Nel marzo dell’anno passato il Parlamento ha approvato la legge che istituisce, in quella data, la Giornata della Memoria delle vittime dell’immigrazione, migliaia di persone morte nel tentativo di raggiungere l’Europa”. Lo afferma in una nota Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci.

“L’impegno di tutti e tutte deve essere quello di fare del 3 ottobre un giorno di riflessione e d’impegno, soprattutto nelle scuole. Per offrire un’occasione a bambine e bambini,  ragazze e ragazzi di capire e di crescere in un mondo che non sia solo caratterizzato da egoismo e violenza. È uno spiraglio, una possibilità di contribuire a costruire la solidarietà che manca, che spieghi che quelle persone morte  hanno un nome e una storia, che sono loro che avremmo dovuto proteggere, non i confini. Una legge, quella sul 3 ottobre,  sicuramente importante sul piano simbolico e culturale, rispetto alla quale però  le scelte recenti del governo italiano e della UE non sono state per nulla coerenti.

Gli accordi prima con la Turchia, poi con la Libia e con i paesi di origine e transito dei migranti, hanno ridotto notevolmente i flussi migratori, scambiando quantità ingenti di denaro in cambio del blocco dei migranti. Questo senza preoccuparsi delle condizioni di degrado in cui vengono tenute le persone fermate o intercettate. Torture, stupri, violenze di ogni tipo sono quotidianamente consumate in veri e propri centri-lager, gestiti spesso da quelle stesse bande armate che speculavano sul traffico di esseri umani.

Una vergogna, un imbarbarimento che mette a rischio la stessa civiltà del nostro continente.

In questo clima, persino provvedimenti su cui tante forze politiche, oltre a gran parte delle organizzazioni sociali, si erano impegnate non vedono la luce. Ci riferiamo alla legge di riforma della cittadinanza, attesa da anni da quegli 800mila ragazze e ragazzi di origine straniera, nati o vissuti in Italia, italiani di fatto ma non di diritto.

Per chiedere l’introduzione dello ius soli nella nostra legislazione il 3 ottobre l’Arci sarà davanti a molte scuole in tutta Italia, dove studiano e convivono alunni e alunne originari/e di Paesi diversi. Da lì bisogna ricominciare una battaglia culturale, per l’uguaglianza e i diritti di tutti e tutte. Per un mondo in cui non ci siano “stranieri”.


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