Serve un bagno di rappresentanza

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Il partito personale produce nominati. Così la proposta della nuova legge elettorale si adegua. E ne prevede due su tre. Che non dovranno convincere i cittadini con le loro qualità, ma saranno tranquillamente nominati, appunto, in liste fissate dai vertici (“bloccate”), dove più stai in alto e più hai possibilità di entrare al Parlamento. Morale: se vuoi essere candidato ed eletto devi piacere al capo partito. Con buona pace del divieto costituzionale di vincolo di mandato, visto che chi tradisse il mandato del capo partito, si troverebbe ad essere escluso da ogni candidatura futura. Così i partiti, più perdono iscritti, più si assicurano consenso “indotto”, a causa di regole che marginalizzano sempre di più la volontà degli elettori.

C’è qualcuno che si è messo in testa che si può realizzare la democrazia senza tener conto della volontà dei cittadini. Chi pensa in questo modo vuole trasformare i partiti in piccole monarchie e noi elettori in docili sudditi. Se è così, molto meglio di questo “Sudditellum” è il grezzo proporzionale uscito dai tagli dalle sentenze dalla Corte Costituzionale. Che magari non assicurerà una facile governabilità, ma almeno garantisce un bagno di rappresentanza.
Utile quando un Paese – come il nostro – non sa più chi è e cosa vuole diventare, dopo anni di bolle di consenso prodotte da premi di maggioranza, insieme a tonnellate di disaffezione civile, finite nella discarica dell’astensionismo.

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