Giornalisti e società civile per non arrendersi al male. Trieste, 12 luglio

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Ci sono situazioni in cui per rispetto è doveroso fare silenzio ed altre in cui per rispetto è doveroso alzare la voce e unire le forze per continuare a chiedere verità e giustizia. Per non rassegnarsi. Per non ammainare la speranza. Per non archiviare il futuro. È un dovere nei confronti delle vittime e dei loro familiari. È un dovere nei confronti dell’informazione e della sua funzione etica.È il caso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, anche se sono trascorsi 23 anni dal loro assassinio. È il caso di Giulio Regeni, anche se alcune istituzioni anche di territori a lui vicini sembrano aver già collocato il caso nel dimenticatoio.

Per questo motivo mercoledì 12 luglio, in occasione del Vertice sui Balcani Occidentali in programma a Trieste, che vedrà la presenza dei Capi di Stato o di Governo di 13 Paesi, tra cui Gentiloni, Macron e Merkel, assieme all’Alta Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Europei Federica Mogherini, l’associazione Articolo 21 Fvg, sin dall’inizio a fianco della famiglia Regeni, proporrà — alle ore 18 al Circolo della Stampa (corso Italia 13) — una proiezione pubblica del docufilm di Repubblica “Nove giorni al Cairo”.

Nove interminabili giorni è il tempo trascorso dalla scomparsa di Giulio Regeni, avvenuta il 25 gennaio 2016, e il ritrovamento del suo cadavere, avvenuto il 3 febbraio dello stesso anno: i giornalisti di Repubblica Carlo Bonini e Giuliano Foschini, che sarà presente alla proiezione, ricostruiscono questo tempo e in 52 minuti, attraverso immagini e testimonianze, cercano di spiegare perché e come Giulio ha trovato la morte e una morte così brutale. Un percorso fatto di silenzi, inerzie, misteri, a causa dei quali a 17 mesi di distanza siamo ancora orfani di verità e giustizia.

Un’occasione per continuare a chiedere con forza #veritapergiulioregeni e per esprimere ancora una volta la nostra vicinanza alla famiglia di Giulio. Ma anche per rinnovare la fiducia in un giornalismo etico, che non smette di stare in mezzo ai fatti, e in una società civile, che non si arrende al male e al dolore che genera.
L’iniziativa è patrocinata dall’Ordine dei Giornalisti e dall’Assostampa del Friuli Venezia Giulia.


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