Shame and Soul. La vergogna l’abbiamo persa. Forse anche l’anima…

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“Shame and Soul” (“Vergogna e anima”) è un documentario, realizzato da Marco Pavan, sull’incontro tra il fotografo inglese Giles Duley e l’illustratore siriano Semaan Khawam, esule in Libano. Il documentario verrà proiettato a Treviso sabato 4 marzo alle ore 18:00 presso la Fondazione Benetton Studi Ricerche, alla presenza di Semaan Khawam e Marco Pavan. Il progetto è nato quando Giles Duley, collaborando con Fabrica – il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group – ha notato l’opera di Khawam contenuta nel catalogo Imago Mundi Siria e ha voluto incontrarlo a Beirut. Il suo progetto puntava a capire cosa definisce un artista. L’incontro, oltre che tra due esseri umani, è avvenuto anche tra due forme di arte: Khawam dipinge e Duley lo fotografa al lavoro. Khawam parla della vergogna che tutti dovremmo provare per ciò che sta accadendo in Siria; Duley afferma che a definire un artista è la sua anima, che non si presta a nessuna etichetta.

Ed è proprio attraverso l’anima di questi artisti che, forse, riusciremo a cogliere una realtà che troppo spesso riusciamo a nascondere a noi stessi. Una realtà fatta di stermini, di sofferenze, di diritti umani calpestati, aspetti che – in modo forse incosciente – pensiamo appartengano solo a guerre del passato, nell’esile sollievo di non esserne stati i responsabili. Senza appunto renderci conto che, con la nostra indifferenza, lasciamo che le guerre, gli stermini e le atrocità di oggi passino sotto silenzio. “So che questo non cambierà nulla – afferma Semaan Khawam parlando delle sue opere – non fermerà la guerra, non impedirà che un bambino venga ucciso, ma sto provando a documentare parte della realtà con questo lavoro”.

“L’arte può combattere la guerra? – continua ancora Semaan Khawam – Un dipinto, una fotografia, un testo… si sceglie il proprio mezzo di espressione per raggiungere il mondo, o un’anima. Dovete, allora, guardare profondamente questi dipinti e cercare di affrontare l’indignazione che sta dietro, per condividere, anche in parte infinitesimale, il peso che portano. E per rifiutare di rimanere in silenzio”.

La maggior parte di noi non si recherà fisicamente in Siria. Non sarebbe sicuro. Probabilmente neanche in Libano. La percezione di ciò che sta accandendo è sempre filtrata da quello che ci viene trasmesso dagli organi di stampa. Ma sono parole, a volte numeri, che ci scivolano via e non rimangono impressi.
Semaan Khawam, Giles Duley e Marco Pavan hanno provato a raccontarlo con la loro arte, con le loro emozioni, con la loro anima. La vergogna per ciò che sta accadendo li ha spinti a farlo. Shame and Soul. Ora vedremo cosa saremo capaci di sentire noi. Shame and Soul.


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