Giornata mondiale Parkinson: 250 mila italiani colpiti, 1.200 farmaci introvabili

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Con 6 mila nuovi casi ogni anno, l’incidenza della malattia è destinata a raddoppiare nei prossimi 15 anni. Colpiti sopratutto gli anziani, ma una persona su 5 manifesta sintomi prima dei 50 anni di età. Farmaci non disponibili per problemi di produzione, distribuzione ed esportazione parallela

 

ROMA – Colpisce in Italia circa 250 mila persone: un numero destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni, con circa 6 mila nuovi casi ogni anno e un’incidenza da 1,5 a 2 volte maggiore negli uomini rispetto alle donne. Anziani, ma anche tanti giovani, visto che una persona su cinque ha meno di 50 anni al momento della comparsa dei sintomi iniziali. Una malattia i cui rimedi sono almeno in parte “introvabili”, con circa 1.200 milioni farmaci non più disponibili. E’ la malattia di Parkinson, di cui oggi ricorre la Giornata mondiale: una ricorrenza che si pone l’obiettivo di accrescere la comprensione e la consapevolezza poiché, in generale, il pubblico, le istituzioni e i media hanno una conoscenza molto limitata di questa condizione.

Proprio la difficoltà di reperire farmaci è uno degli aspetti più critici di questa, come di altre malattie, soprattutto croniche: riferisce Parkinson Italia (Confederazione associazioni italiane Parkinson e parkinsoniani) che “almeno 2 milioni di italiani cercano invano 1.200 rimedi diventati introvabili o fuori produzione, anche per il Parkinson. Difficoltà di distribuzione o produttive, scarso guadagno da parte delle case farmaceutiche, mercato parallelo…”. Con inevitabili disagi per chi di quei farmaci avrebbe necessità. “Avanti e indietro, da casa alla farmacia per due o tre volte, poi in coda dal medico, poi di nuovo in farmacia. ‘Allora, è arrivato?’. ‘No, mi spiace signora, devo darle un’altra terapia’ – riferisce Parkinson Italia, provando a raccontare come questa carenza si ripercuota concretamente sulle vite delle persone e delle famiglie – In Italia troppi farmaci scompaiono da un giorno all’altro, mettendo in crisi sopratutto i malati cronici. Parkinson, malattie respiratorie gravi, epilessia, infezioni, artrite reumatoide, mal di testa, colesterolo alto, tumori, dolori di varia natura: sono tanti i problemi che rischiano di restare senza risposta o di obbligare i malati a cambiare cura”.

Si tratta di un problema ben noto all’Aifa, che periodicamente pubblica una lista delle “carenze”: l’ultimo report, del 29 febbraio scorso, è lungo 97 pagine per circa 1.200 prodotti. Carenze dovute a problemi di produzione, o difficoltà distributive, ma anche “scelte aziendali legate allo scarso prezzo di vecchi medicinali, che anche se molto usati non fanno guadagnare e sono abbandonati”, osserva la federazione. A causare l’indisponibilità di questi farmaci contribuisce anche il fenomeno dell’esportazione parallela, che riguarda ciclicamente un centinaio di farmaci, rivenduti in Paesi che li pagano meglio di quanto non li paghi l’Italia. Esportazione che è stata da una circolare dello scorso anno, ma che di fanno continua ad avvenire.

Esemplare di questa “corsa al farmaco” è la storia di Giancarlo, un malato di Padova, raccontata da Parkinson Italia. “Giancarlo è un malato di Padova e il suo cruccio è il Requip. Quattro dosaggi del medicinale sono stati inseriti dall’Aifa nella lista degli irreperibili. Da almeno tre anni è disponibile a singhiozzo, in certi periodi si trova e in altri no”. Riferisce Giancarlo: “Ho scritto anche alla Regione Veneto perché mi aiutino a reperirlo e soprattutto ad avere la sicurezza della continuità della terapia. Mi trovo bene e non voglio chiedere al medico di cambiare. Ho provato farmaci generici, ma gli effetti non sono uguali. È un problema di eccipienti, di rilascio diverso. Il Requip dura di più e non è infrequente che chi lo prende in forma generica vada incontro a differenze di azione. È giusto che rimanga a disposizione di chi ne ha bisogno”.

da redattoresociale


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