Nell’inferno dei Narcos

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Tutto è nato da un’intervista al Tg1 alla fine del 1999. Conobbi Miriam in carcere a Bogotà, dov’era rinchiusa insieme ad altri corrieri della droga italiani perché sorpresa con un carico di cocaina. Una brutta storia, ma anche la scoperta di una grande sensibilità. Tenendomi poi in contatto negli anni successivi ho scoperto una vita incredibile fatta di due fughe, un figlio dal comandante dei guerriglieri che l’avevano catturata, una lunga corsa per l’Europa inseguita dall’Interpol, il matrimonio con un tunisino durante la rivolta, e poi l’inizio della battaglia più difficile, contro un cancro. Adesso Miriam sta a Verona e, insieme, abbiamo portato avanti un progetto che ha tenacemente voluto soprattutto per far sapere ai figli cosa e perché ha fatto tutto quello che ha fatto. Ne è nato un libro che narra una vicenda personale forte sullo sfondo di una Colombia magica, intrigante, alle soglie della pace.

NELL’INFERNO DEI NARCOS (Mondadori, pagg.168)

All’aeroporto di Bogotà la fermano e la perquisiscono: ha cinque chilogrammi di cocaina in valigia, e cento grammi nascosti nella vagina. E’ finita per Miriam, una giovane ragazza di Verona che ‐ per soldi, per disperazione, ma soprattutto per amore ‐ aveva accettato di fare la “mula”, la corriera della droga dalla Colombia all’Italia. In questo diario Miriam racconta la sua dura esperienza in un carcere di Bogotà, il Buen Pastor, un “inferno in terra” nel quale solo una personalità forte come la sua può resistere alla violenza fisica e alla sopraffazione psicologica. Un unico desiderio: tornare a casa da suo figlio. Un’unica possibilità: l’evasione. Il racconto di Miriam è struggente tanto è sincero. E non risparmia al lettore incredibili colpi di scena, come la cattura da parte dei guerriglieri delle Farc e l’amore per il suo carceriere, dal quale nascerà un bambino che si porterà appresso durante l’ultima rocambolesca fuga per l’Italia. Oggi Miriam è tonata a casa e ha pagato il suo debito con la giustizia e si è dedicata alla stesura di questo libro.

“Un viaggio dentro la Colombia delle contraddizioni, paese di smeraldi e orchidee, ma anche patria mondiale della cocaina, dove chiese e bordelli stanno fianco a fianco, mischiando preghiere e pianti. Un pianeta disperato e magico.”

Pino Scaccia, già grande reporter del Tg1, raccogliendo la testimonianza di Miriam offre al lettore uno spaccato della realtà colombiana, crocevia del narcotraffico, luogo intriso di contraddizioni, dove la violenza è radicata in profondità e la legge è dominata da criminalità e corruzione. Eppure, alla vigilia di uno storico accordo tra governo e Farc, la Colombia descritta in questo libro potrebbe non essere quella di domani.


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