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Informazione sempre più distratta sui rischi ambientali

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Non è affatto un bel ritratto quello tracciato questa mattina nell’ambito del secondo Forum nazionale dedicato a “L’informazione ambientale in Italia” e tenutosi presso la Lumsa. A farne le spese è ancora una volta l’informazione veicolata dai media maintream, i Tg nello specifico, i cui servizi sono passati attraverso la lente di ingrandimento dell’Osservatorio Eco-Media, think tank di Pentapolis-Lumsa-Osservatorio Pavia con all’attivo già un precedente rapporto stilato nel 2014.

Il 2° Rapporto di Eco-Media

Per ben 9 mesi l’Osservatorio ha passato in rassegna tutte le notizie di 7 Tg nazionali ( Rai, Mediaset e La7) fino ad arrivare all’amara conclusione che l’attenzione alle problematiche ambientali nel nostro paese è scarsa o nulla (pari a un 3,3% sul totale delle notizie date, di poco superiore alla percentuale relativa allo sport). Poco meno rispetto al resto dei Tg europei con una media di notizie pari al 4,9%.

Sulla totalità delle notizie dedicate all’ambiente la prevalenza assoluta è tuttavia dedicata agli incidenti e alle calamità naturali, laddove il sensazionalismo e il cosiddetto “giornalismo di pancia” può dare il meglio di se, seguito dai servizi legati al meteo, mentre all’ultimo posto si colloca un settore importante come quello delle best practises. E se la neutralità nell’approccio alla notizia è pari al 25,5% a prevalere invece è il clima di insicurezza e mancanza di controllo per il 27,9% dei casi o di paura e allarme al 14%. Come di prassi, ancora una volta, il giornalismo italiano (almeno per quanto attiene i tg) conferma la sua vocazione emergenziale anche per quanto concerne le tematiche ambientali privilegiando le bad news e limitandosi alla cronaca spicciola senza affiancare spazi di approfondimento e dimenticando la strutturale connessione fra problematiche ambientali e contesti legati all’economia e allo sviluppo.

Rischi ambientali e informazione distratta

Una questione non di poco conto a fronte degli sconvolgimenti climatici che minacciano il pianeta e l’intera specie umana, in particolare a ridosso del vertice di Parigi durante il quale le potenze mondiali saranno chiamate a trovare delle risposte efficaci e non più rinviabili. E a fornire un po’ la misura dell’urgenza e inevitabilità di un’inversione di rotta ci ha pensato oggi Walter Ganapini, membro onorario dell’Agenzia Europea dell’Ambiente e attuale direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale in Umbria.
Dalla soglia critica, da ormai troppo tempo, di CO2 presente nell’atmosfera ( al momento siamo a 400 parti per milione) al rischio, non troppo remoto nel tempo, di estinzione della specie umana paventato ormai da molti scienziati, all’innalzamento delle temperature del mar Mediterraneo ( siamo a + 1,6 ricorda Ganapini, rispetto alla temperatura ottimale) con conseguenze drammatiche per il nostro ecosistema, fino al finto problema energetico in Italia la quale produce più di quanto consumi e alla mancanza di attenzione, anche politica, a best practices come la chimica verde… Tutte questioni rispetto alle quali il mondo dell’informazione si è mostrato e continua a mostrarsi molto distratto.

Accusa avallata dal precedente intervento di Bernardo De Bernardinis, Presidente dell’ISPRA, nell’ambito della stessa giornata e che però cozza con l’accresciuto interesse da parte del cittadino verso i temi legati all’ambiente, come invece sottolineato dal presidente di Pentapolis, Massimiliano Pontillo.

Per info e approfondimenti http://www.pentapolis.eu/


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