#donneuominiscalzi in 60 città italiana hanno detto no ai muri dell’odio

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Migliaia e migliaia di persone hanno risposto all’appello e hanno partecipato alla cosiddetta “Marcia degli scalzi”, che ha attraversato strade e piazze di oltre 60 città italiane.
Hanno sfilato scalzi,riprendendo modi,forme e parole della medesima tradizione francescana, per provare sulla propria pelle quello che migliaia di migranti provano ogni giorno.

Insieme hanno detto No ai muri dell’odio, della indifferenza, della intolleranza verso diversità e differenze.
Credenti, non credenti, diversamente credenti, si sono ritrovati attorno ai valori dell’accoglienza, dell’inclusione sociale, dell’apertura dei confini, fisici e spirituali.
Lo stesso invito era venuto da Papa Francesco.

La marcia di oggi simboleggia una alleanza tra persone che provengono da storie differenti, ma che vogliono costruire un progetto comune fondato sul riconoscimento del diritto alla dignitá per ciascuna persona, a partire da chi si trova sul gradino più basso della scala sociale..
Non si tratta di un’utopia, senza la quale per altro non esisterebbe tensione etica, civile e politica, ma dell’unica proposta concreta e praticabile.
Chi oggi chiede l’accoglienza per i rifugiati, l’apertura dei canali umanitari, il riconoscimento del diritto d’asilo, l’abbattimento dei muri ungheresi, e non solo, propone l’unico percorso possibile e realistico, senza il quale si aprirebbe la strada alla barbarie, alla guerra civile, a quella “Guerra di civiltà” che si lascerebbe alle spalle sangue, miseria e macerie.

Quando Francesco invoca un’azione forte e coordinata delle agenzie internazionali, a partire dall’Onu, indica l’unica possibilità per aiutarli davvero “A casa loro”, riportando stabilità e pace, dove l’Occidente medesimo ha portato guerra e destabilizzazione, dalla Siria alla Libia, dalla Somalia al Sudan…
Alcuni di coloro che deridono i “Marciatori scalzi” o dileggiano il Papa, quando decide di aprire le parrocchie all’accoglienza, sono i medesimi che hanno voluto, votato e plaudito a quei conflitti che hanno aggravato i risentimenti e l’odio, provocando ferite non facilmente rimarginabili.

Chi oggi alimenta l’industria dell’odio per conquistare qualche consenso, rischia di avvelenare i pozzi della civile convivenza e di negare un futuro ai propri figli.
Il cardinale di Agrigento Francesco Mintenegro ha ricordato come le leggi razziali votate nel 1938 dalla Germania nazista, furono accolte nell’Europa cosiddetta civile da una sostanziale indifferenza.
Bertolt Brecht, il grande autore tedesco, ha dato forma poetica a questa infingardaggine, narrando di quel cittadino, indifferente e pauroso, che guardava sempre altrove quando i nazisti rastrellavano gli ebrei, gli zingari, i comunisti, i preti che non cedevano, gli omosessuali, sino a quando un giorno andarono a prendere anche Lui, ma ” Un giorno vennero a prendere me, ma non era rimasto più nessuno a protestare.”
Per fortuna esistono ancora donne e uomini che non hanno intenzione di piegare la testa e hanno scelto di “Restare umani.”


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