Leyla e Arif Yunus, l’inizio del processo per salvare una famiglia

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Baku, Azerbaijan – Lunedì 27 luglio inizierà il processo di Leyla e Arif Yunus. A poco meno di un anno dal loro arresto, Leyla e suo marito saranno chiamati a rispondere davanti a un magistrato delle accuse di “trason, forgery, tax evasion and illegal business activites”, con particolare riferimento ad un presunto passaggio di informazioni a vantaggio di alcuni agenti armeni.

Da 360 giorni Leyla e Yunus sono costretti a vivere in celle separate senza potersi rivolgere la parola. La forza dell’amore è l’unico collante capace di tenere uniti i frammenti di una famiglia stritolata dalla ferrea intolleranza del regime di Ilham Ilyev. Leyla sta infatti pagando lo scotto di un attivismo “mal visto” da un paese classificato come “not free” nei reportage “Freedom in the world” e “Freedom of the press” stilati per il 2015 dall’associazione Freedom House.

Presidentessa dell’organizzazione umanitaria “Istituto della Pace e della Democrazia”, Leyla si è sempre distinta in Azerbaijan per il lavoro e l’impegno profusi nel riconoscimento dei diritti civili. Personalità scomode alle autorità locali, i coniugi Yunus si sono rivisti per la prima volta mercoledì 15 luglio. Pallidi e denutriti, hanno sofferto entrambi il duro trattamento riservato loro nelle rispettive carceri: Arif, costretto all’isolamento, è stato privato delle cure necessarie alle sue condizioni di salute; Leyla, diabetica, ha subito numerosi maltrattamenti da parte delle guardie e delle compagne di cella.

Gli Stati uniti e L’Unione Europea, così come Human Rights Watch, Amnesty international, International Federation of Human Rights e molti altri gruppi hanno condannato l’incarcerazione e si sono espressi a favore di un rilascio immediato.

A partire da lunedì 27 Luglio avrà inizio il tanto atteso processo. In prima istanza verranno giudicati i capi d’accusa di natura economica, mentre per i reati “politici” deve ancora essere diramata una data ufficiale. A giudicare dai primi scambi di battute già avvenuti il 15 luglio, è lecito attendersi un processo sommario e privo di colpi di scena: il governo Ilyev, almeno per il momento, non ha tempo da dedicare alla parità dei diritti.


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