Azzardo, piano del Governo: 100 mila slot in meno, 200 milioni per curarsi

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Anticipazioni sul decreto fiscale. Ancora incertezza sul divieto della pubblicità: “Temo l’effetto rinculo dei ricorsi a livello europeo”, spiega il sottosegretario Pierpaolo Baretta. La protesta dei comuni. De Cesaris (Milano): “Non può essere il Governo a decidere da solo”

 

MILANO – 100 mila slot machine in meno, nuovi criteri per l’apertura delle sale da gioco, istituzione di un fondo di 200 milioni di euro per la cura delle dipendenze: sono questi i tre punti certi del decreto fiscale sul gioco d’azzardo, che il Governo Renzi dovrebbe approvare nei prossimi giorni. Li ha illustrati oggi a Milano Pierpaolo Baretta, sottosegretario del ministero dell’Economia e delle Finanze, all’incontro organizzato dal Gruppo Pd del Senato al Teatro Litta di Milano.

Le incertezze. Due i nodi ancora da sciogliere: il ruolo dei comuni e la pubblicità. “Temo l’effetto rinculo di un eventuale divieto totale della pubblicità, come avviene nel fumo – ha detto Baretta -. Il rischio è che ci siano poi ricorsi a livello europeo. Se ci bocciano la legge, dopo è più difficile mettere nuovi paletti”. I sindaci chiedono più poteri sull’apertura o meno delle sale da gioco, sulla loro dislocazione e sugli orari. “Dobbiamo contemperare l’esigenza dei comuni con quella di una legge nazionale – ha aggiunto il sottosegretario -. Stiamo lavorando a un testo unico sulla materia, visto che in questi anni c’è stato un sovrapporsi di norme a diversi livelli. Certo il tema ormai ha assunto caratteristiche di priorità sociale e quindi per lo Stato il gioco d’azzardo non è più solo una questione di fare cassa”. Il decreto fiscale conterrà anche norme sul contrasto all’illegalità. In particolare è prevista una sostituzione delle attuali slot machine con apparecchi di nuova generazione a controllo remoto.

All’incontro con il sottosegretario c’erano anche alcuni sindaci Pd della Lombardia. “Non può essere il Governo a decidere da solo. Ci sia dato lo stesso spazio d’ascolto che viene concesso ai gestori dei giochi -ha affermato Ada Lucia De Cesaris, vice sindaco di Milano-. Per noi il criterio della distanza dai luoghi sensibili è importante. Sul territorio ci siamo noi e sappiamo quali conseguenze ha la presenza di sale da gioco o di scommesse. Certo è un criterio che non piace ai gestori, perché man mano che le autorizzazioni scadranno non potranno più riaprire”. Scettica la vice sindaca lo è anche sul tema dei controlli. “Non raccontateci di nuovi apparecchi o tecnologie -ha aggiunto-. Diteci chi e con quali risorse potrà farli. Oggi i Monopoli non ne hanno la forza”.

Il Governo Renzi intende ridurre il numero delle slot machine prevedendo che ogni apparecchio debba avere uno spazio – nei locali come bar, ristoranti o circoli – di almeno 7 metri quadrati e, comunque, ogni esercizio non può contenere più di 6 macchinette. “Inoltre l’accesso alla slot dovrà essere mediato (per esempio tramite una password, ndr) dal gestore stesso del locale”, ha sottolineato Baretta. Sulla dislocazione della sale da gioco, per il sottosegretario “oggi il criterio più diffuso adottato dai Comuni è quello della distanza dai luoghi sensibili, ma penso sia necessario trovarne un altro più efficace e che eviti la concentrazione delle sale in alcune zone della città, quelle più periferiche – ha spiegato -. Potrebbe essere quello proposto dal Movimento 5 Stelle, che prevede una proporzione tra numero di sale e popolazione”. Sulla cura delle persone con dipendenza dal gioco d’azzardo, Baretta ha precisato che i 200 milioni di euro si sommano ai 50 milioni già previsti dalla Legge di stabilità. (dp)

Da redattoresociale.it


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