Memoria, perché?

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L’Uomo, tu uomo, sei stato capace di far questo; la civiltà di cui ti vanti è una patina, una veste: viene un falso profeta, te la strappa di dosso, e tu nudo sei un mostro, il più crudele degli animali.

E’ prefazione di Primo Levi (n.ro tatuato KZ 174517) alla raccolta di circa 250 “disegni” schizzati dalle matite impugnate da alcuni internati nei lager nazisti e raggruppate in un libro da Arturo Benvenuti oggi 92enne. L’uomo, nonostante che negli anni 80 li avesse già catalogati e distribuiti gratuitamente grazie alla sua, e di sua moglie, sofferta instancabile minuziosa ricerca in tutta Europa, ha deciso solo oggi di pubblicarli ufficialmente: “K.Z. Disegni dai campi di concentramento nazifascisti” (KZ sta per Konzentration Zenter) perché la «logica dell’annientamento attraverso il camino» resta e ritorna al netto di ogni retorica.

Nel XXI secolo, seppur prodigo nel memorizzare Giorni del ventesimo, si perpetrano ancora e come allora persecuzioni, genocidi, nefandezze analoghe al XX.

Saranno forse i “disegni” dei bimbi (ché gli adulti non disegnano più) terrorizzati dalle sterminatrici guerre contemporanee a “fare” i Giorni della memoria nel XXII secolo? Forse. Ma solo se resterà  un uomo non disposto a rassegnarsi alla realtà delle cose, così ben descritta da quella prefazione di Levi. 


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