I giudici e la corruzione

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Già qualche giorno fa, leggendo il testo della legge contro la corruzione negli affari e nella vita economica-sociale, ricordando sempre che noi siamo senza possibili dubbi il paese più corrotto d’Europa e forse anche dell’O CSE, l’organizzazione di 31 Stati che stila classifiche sul le peculiarità  dei vari Stati presi in considerazione, scrissi che quella legge è un primo passo avanti per la lotta mortale contro l’inquinamento crescente nella nostra società a condizione che altre riforme indispensabili  come la riforma della pubblica amministrazione si realizzino presto e bene o c’è sempre il rischio che il numero delle nostre leggi(che è sempre più alto in tutto l’Occidente) aumenti ancora ma non ci siano conseguenze positive nel paese Italia. Non ero l’unico ad esser preoccupato visto che in un editoriale sul Corriere della Sera ne aveva parlato il collega Sabino Cassese, già giudice della Corte Costituzionale. E proprio ieri è arrivato un comunicato del presi dente  dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo Sabelli, che ha un titolo eloquente che vale la pena riportare:”La politica sembra accorgersi oggi improvvisamente di quei guasti che noi con forza abbiamo segnalato da anni. ” “Oggi – ha dichiarato in maniera testuale il presidente Sabelli, aprendo la riunione del Comitato direttivo dell’Associazione a Roma – i toni indignati vorrebbero rimediare alla debolezza delle riforme, per altro in larga parte più annunciate che realizzate. Dunque al governo chiediamo meno stupore e meno scandalo e più determinazione.
Del resto, basta seguire  con un poco di attenzione gli arresti che si stanno seguendo uno dopo l’altro nell’inchiesta giudiziaria su Roma capitale che hanno colpito il Campidoglio. E proprio sulle caratteristiche del disegno di legge mettono in guardia i magistrati:”

Quanto alla corruzione, i toni di indignazione che la politica intera ha levato all’esplodere dell’ennesimo gravissimo scandalo stridono con la debolezza delle annunciate proposte governative, aumento delle pene e limiti al patteggiamento. Proposte che rischierebbero  di scoraggiare ogni collaborazione e rendere  ancora più saldo quel patto che lega corrotti e corruttori nell’omertà di un accordo fondato sulla comune convenienza.” Sabelli ha in conclusione ribadito l’auspicio dell’Associazione Nazionale  Magistrati “che sia presentata una pro posta di legge adeguata alla gravità di questo crimine che è sempre più saldamente collegato ai fenomeni mafiosi”, come dimostra peraltro proprio il caso di Roma capitale. “Una proposta-ha spiegato il presidente dell’ANM-mirata, severa ed efficace, da approvarsi in tempi molto brevi, che raccolga le indicazioni contenute nelle convenzioni  internazionali  e preveda meccanismi premiali per chi collabora, efficaci strumenti investigati vi e un’ampia equiparazione ai fini processuali con il crimine organizzato. ” “Ci auguriamo-ha concluso Sabelli-che non ci si limiti invece a pochi, modesti ritocchi, inseriti in fretta in qualche ampia proposta di legge, destinata a lunghi  percorsi parlamentari e magari a impantanarsi, una volta scemata l’indignazione del momento e archiviato il ricordo dell’ultimo scandalo.”      


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