Due attentati per condizionare il nuovo gabinetto a Mogadiscio

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Dopo l’approvazione da parte del Parlamento della nomina di Abdiweli Sheikh Ahmed alla carica di Primo ministro, alla quale è stato chiamato dal Presidente della Repubblica Federale Hassan Sheikh Mohamud, è questo il tempo della nomina dei ministri. Secondo la Costituzione, la scelta apparterrebbe ad Abdiweli, ma, come già avvenuto in occasione del primo governo post transizione, il Presidente Mohamud vuole metterci molto del suo. In particolare Mohamud vorrebbe la conferma del Ministro degli interni Abdikarin Guled Hussein e di Farah Abdulqadir alla inusuale carica di Ministro alla presidenza, entrambi fondatori dell’organizzazione Damul Jadid, la struttura somala formalmente aderente ai Fratelli Musulmani, ma che mira al potere assoluto ed allo sfruttamento esclusivo delle risorse del paese. Ma l’incapacità del Ministro dell’interno è stata sotto gli occhi di tutti nel corso dell’ultimo anno e la sicurezza di Mogadiscio è completamente sfuggita di mano fino al punto che il parlamentare On.le Mohamed Warsame Mohamed, detto Faysal, è stato ucciso da una bomba piazzata sotto la sua auto davanti all’ufficio del Presidente Mohamud. Ora la società civile non vuole più Guled nel governo e perfino i saggi del clan al quale appartiene lo hanno scaricato come incapace. Altrettanto inviso alla popolazione è Farah Abdulqadir, ritenuto il principale ispiratore del Presidente Mohamud e delle sue scelte politiche sin qui fallite.
Se il nuovo Consiglio dei ministri vuole recuperare un minimo di credibilità, Abdiweli deve essere lasciato libero di scegliere le personalità dalle quale farsi affiancare nel governo del paese. La premessa formale ci sarebbe perché Mohamud proprio oggi ha affermato in un’intervista di avere fiducia in Abdiweli, ma tutti sanno che Mohamud continua a fare pressione per i suoi uomini di Damul Jadid che il popolo vede come il fumo negli occhi.
Intanto oggi due attentati hanno sconvolto Mogadiscio provocando dieci morti e 43 feriti, ma è una stima provvisoria. E’ così quasi tutti i giorni. In una situazione simile qualsiasi ministro dell’interno si sarebbe da tempo dimesso. A Mogadiscio, invece, pretende di essere confermato. Non c’è da stupirsi se la comunità internazionale si mostra sempre più insofferente verso il Presidente Mohamud. Se Mohamud non impedirà la conferma di Guled quale Ministro dell’interno, la responsabilità dell’insicurezza della capitale gli sarà direttamente imputata.


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