Libertà di espressione, antitrust, querele temerarie, trasparenza… Le “speciali” raccomandazioni all’Agcom di Frank La Rue

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“Tutte le normative che disciplinano i diritti costituzionali, in particolare se riguardano la libertà di espressione, dovrebbero essere approvate dal Parlamento. Uno dei motivi di preoccupazione riguarda senz’altro il ruolo dell’AGCOM nella predisposizione di sanzioni in materia di proprietà intellettuale. In quanto autorità indipendente, l’AGCOM ha la responsabilità di applicare le disposizioni in vigore previste dalla legge. È solo a tal fine che l’AGCOM ha il potere di adottare regolamentazioni amministrative proprie.” Così ha voluto rbadire Frank la Rue, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per la promozione e la tutela della libertà di opinione e di espressione, presentando in Conferenza stampa alla SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) la sua relazione conclusiva nata dalle osservazioni e dalle considerazioni raccolte dopo una lunga settimana di consultazioni e incontri istituzionali e con rappresentanti del mondo accademico e membri delle organizzazioni della società civile nel nostro paese.

Si tratta di un’anticipazione delle raccomandazioni che verranno inviate al governo e al parlamento italiano sulle riforme necessarie nell’ambito della libertà d’espressione e pluralismo dei media. Le raccomandazioni verranno poi inserite nella Relazione ufficiale sull’Italia che il relatore presenterà a giugno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. A settembre, infati, l’Italia dovrà sottoporsi alla Universal Periodic Review (UPR) sui diritti umani dello Human Rights Council (HRC) dell’Onu, quindi la Relazione di La Rue (relatore speciale), sarà un documento di importanza ancor più rilevante, in quanto le varie Ong italiane potranno citarlo e inserirlo nelle loro relazioni che invieranno allo HCR per la UPR di settembre.

Frank La Rue anche in materia di disposizioni anti-trust ha voluto dire la sua: “Sono a conoscenza della modifica introdotta nel dicembre 2012 alla legge Gasparri, che vietava la proprietà incrociata di emittenti nazionali e carta stampata. La nuova legge – prosegue La Rue – ha eliminato il divieto per le emittenti televisive presenti su più canali nazionali di detenere o acquistare azioni di aziende editoriali di giornali. Ritengo tale modifica una battuta d’arresto, e vorrei ribadire le preoccupazioni già sollevate dalla Commissione di Venezia, secondo cui la nuova normativa potrebbe consentire ai gruppi dei mezzi radiotelevisivi di espandersi nel settore delle stampa. Pertanto – conclude La Rue –, vorrei raccomandare l’introduzione di una riforma legislativa del sistema di regolamentazione dei mezzi radiotelevisivi, specialmente per quanto attiene alle disposizioni anti-trust. Ciò consentirebbe all’Italia di superare l’eccessiva concentrazione dei media e l’eventuale creazione di monopoli, che limitano la diversità e il pluralismo della libertà di espressione e mettono a rischio la democrazia”.
Per quanto concerne la questione delle “querele temerarie” La Rue ha voluto sottolineare: “parimenti impornate esaminare la questione della lite temeraria. Se utilizzata i modo improprio, la lite temeraria può diventare una forma di ‘molestia giudiziaria’ nei confronti della stampa o di chiunque eserciti la propria libertà d’espressione. Anche se il ricorso viene respinto, l’impatto economico delle spese per la difesa può avere un affetto paralizzante sul giornalista o sul mezzo di comunicazione in specia su chi si occupa di giornalismo investigativo […]”.

La Rue si è poi soffermato su temi quali: l’accesso alle informazioni; la depenalizzazione della diffamazione; le dichiarazioni di incitamento all’odio; la trasparenza della proprietà dei mezzi di comunicazione; la protezione dei giornalisti ed ha concluso: “Riconosco – (il testo integrale lo trovate nel link) – che questo è per l’Italia un periodo di transizione. Vorrei quindi incoraggiare tutte le autorità statali a cogliere questa opportunità per rafforzare i diritti umani e le libertà fondamentali, segnatamente per quanto attiene al loro impegno a proteggere il diritto alla libertà di espressione”.


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