Convenzione europea per la collaborazione giudiziaria. Perché l’Italia non la ratifica?

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Sembra impossibile, ma un Paese come il nostro, così legato quotidianamente a vincoli europei, non ratifica dal 29 maggio del 2000 una convenzione, proprio europea, per la collaborazione in materia giudiziaria e penale.  Come se non ci fossimo accorti di vivere in un mondo nel quale anche il malaffare è sempre più globalizzato. Viene da chiedersi se si sia davanti a scelte politiche o a trascuratezza; bisogna, purtroppo, prendere atto che si tratta di una politica basata sulla trascuratezza!

Allora vale la pena richiamare tutti alle proprie responsabilità, sottolineando che fare con attenzione il proprio “mestiere” è il primo agire positivo. Soprattutto se si tratta dell’impegno per la ricerca della verità, un campo dove non debbono servire la retorica e le imprese speciali, ma deve servire la costanza dell’attenzione. Certamente in prima fila deve operare la Magistratura opportunamente sorretta da ogni sforzo delle altre Istituzioni.
Per Ustica questa convenzione del 29 maggio 2000 non sarà certamente il grimaldello verso la verità, ma cancellerà la vergogna di scoprire che è del nostro Paese l’ostacolo alla collaborazione internazionale, ad esempio del Parlamento e delle Istituzioni europee, e sarà comunque ad ogni livello un segnale di attenzione. Si può anche dire felice o normale un Paese che non ha bisogno di eroi, ma nel quale, sulla strada della verità, si impegnano tutti, ognuno con le proprie attribuzioni e con eguale determinazione, a cominciare da Parlamento e Governi.

* Presidente Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica


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