Renzi in …Brachetti di tela

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Come il migliore dei trasformisti teatrali -roba da far invidia a Brachetti- le sta provando tutte. Dopo aver messo in pratica la statunitense performance del Fonzie’s giubbotto (ovvero: partire da inossidabile mito americano per arrivare a Obama?!) e aver recepito che non ha funzionato, ha mollato il filone americano per fiondarsi direttamente su quello inglese assurgendosi, niente po’ po’ di meno che, all’ex primo ministro inglese senza però prima passare (vista l’esperienza USA?) per quella di Mr. Bean e fu così che parlò, in bellavista, il sindaco di Firenze: “Io sono pronto, sto già lavorando, ho un piano, sto preparando un documento, e mi affascina l’idea di poter fare nel Pd quello che Blair fece nel ’94 con il New Labour”.

A chi gli sta vicino e che gli vuole bene può mica venire in mente di ricordargli, non necessariamente in quest’ordine: a)che sia Fonzie quanto Blair appartengono a epoche passate che, per quanto brevi (si sa: il XX e ben di più il XXI appartengono a epocale mordi e fuggi) hanno comunque già esaurito il loro tempo b)che l’Italia, da poiché di questa il Renzi anelerebbe occuparsi,  necessita  oggi più che mai di volere, potere e sapere dimostrare all’Europa prima e al mondo tutto subito dopo, d’essere (finalmente!) capace a tirare su qualcosa dalle proprie forze e dalle proprie idee anziché proseguire a voler estrapolare, quando non succhiare, quelle altrui?!


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