Lampedusa, l’isola che ospita la “biblioteca multiculturale”

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Scandalo per la richiesta dello ius soli in Italia da parte della ministra Kyenge. Silenzio sul flop del reato di immigrazione clandestina previsto dal cosiddetto pacchetto sicurezza del 2009. Silenzio anche sulla drammatica condizione dei CIE, le non prigioni dove sono privati della libertà e della dignità migliaia di persone nel nostro paese. Abbiamo accettato l’elezione di un presidente nero negli Stati Uniti, ma un ministro nero e per di più donna nel nostro paese fatichiamo a digerirlo.

In Italia la voglia di alzare muri sembra ancora più forte del desiderio di affrontare seriamente il fenomeno inarrestabile dei migranti, anche oggi quando molti nostri giovani cercano un lavoro e una possibilità oltre confine; più forte della capacità di adattarsi a un paese dove gli italiani, sono come nelle classi delle nostre scuole, di colori diversi. Ce lo racconta ogni anno l’Istat. La popolazione cresce grazie agli immigrati. I nuovi italiani sono tra noi, sono cresciuti con i nostri figli, hanno giocato insieme a loro, studiato insieme a loro. E insieme daranno un futuro all’Italia. E alcuni politici chiedono muri ed espulsioni , sperando di cavalcare il malcontento, scaricando sugli immigrati i problemi sociali, economici e politici del paese. Il razzismo si alimenta di tutto ciò: degli slogan da quattro soldi, delle offese e delle ingiurie, di una cultura becera e ignorante.

Ma c’è un’altra strada, come quella intrapresa per Lampedusa dalla sezione italiana di IBBY-International Board of Books for Young people, associazione internazionale che promuove il libro per ragazzi come strumento d’integrazione. Hanno pensato ai bambini, a quelli che a Lampedusa nascono e quelli che lì sbarcano, bambini di lingue, culture, religioni diverse. Hanno pensato che il futuro passerà proprio per questi bambini. Come fare incontrare le diversità? Come costruire ponti con i libri e la cultura? La risposta è semplice: una biblioteca di libri senza parole, bellissimi libri illustrati di tutto il mondo per leggere e costruire insieme favole. Da quattro continenti e da venti paesi sono arrivati oltre cento silent books per raccontare emozioni, progetti, sogni paure. Libri muti per superare le barriere linguistiche e favorire l’incontro tra culture.
Saranno questi i primi libri della biblioteca di Lampedusa, aperta a tutti, senza distinzioni di noi e loro. Una biblioteca – diremmo noi – per bambini italiani e migranti. Ma forse un giorno riusciremo a dire più semplicemente una biblioteca per i bambini. E basta.

Dal 23 al 27 maggio nel circuito delle librerie Arion di Roma si possono comprare libri senza parole da regalare alla biblioteca di Lampedusa, diventando così “azionisti” di cultura. 


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