Minacce e diffamazione. Enzo Iacopino, OdG: Mai come oggi tanti giornalisti aggrediti

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www.ossigenoinformazione.it– L’allarme lanciato alla conferenza di fine anno del premier Mario Monti dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti: ”Mai come oggi c’è stata in Italia una aggressione così forte nei confronti dei giornalisti. Il Rapporto Ossigeno per l’informazione fa emergere 307 giornalisti minacciati dalle mafie nel 2012. L’ultima vittima, ieri l’altro, in Lombardia” ha detto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, il 23 dicembre 2012, al presidente del consiglio Mario Monti, in apertura della conferenza stampa di fine anno del premier.

Iacopino ha citato questa frase di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso nel 1985 a Napoli il giorno del suo 26.mo compleanno: “Se sei realmente libero nei pensieri, nel cuore e se possiedi l’animo del saggio potrai cadere anche infinite volte nel percorso della tua vita, ma non sarai mai in ginocchio, resterai sempre in piedi”.

Siani e i giornalisti minacciati devono essere protetti ma “non ci vogliono leggi speciali per proteggerli, come non ci vogliono per riformare le norme sulla diffamazione”, ha detto Iacopino sottolineando l’incapacità del parlamento uscente di introdurre le norme necessarie. Evidente il riferimento al “caso Sallusti”, una riforma legislativa abortita.

“Siamo felici – ha commentato – che il Presidente della Repubblica con la sua saggezza sia riuscito a trovare una soluzione di equità. Ma il nostro mondo non è fatto solo di star e le soluzioni personali, necessarie davanti a sentenze scarsamente comprensibili, nulla tolgono alla necessità, all’urgenza di affrontare il problema generale. Non rendersene conto, non agire equivale al mettere la polvere sotto il tappeto. La politica dia risposte, non si limiti ad applaudire il Capo dello Stato dopo averlo costretto ad esercitare un delicato ruolo di supplenza”.

I giornalisti non cercano impunità, ma norme giuste ed efficaci, ha sottolineato. “Chi tra noi sbaglia deve esser chiamato a risponderne. Ci sono sanzioni disciplinari che arrivano fino alla radiazione. Ma c’è anche da capire qual è il bene primario da tutelare. Il ripristino della rispettabilità lesa o la possibilità, con i risarcimenti, di costruirsi le ville al mare a spese dei giornali e dei giornalisti? Penso che non possano esserci dubbi. Quel problema si risolve con una rettifica adeguata che ristabilisca la verità. Quello è il bene primario, la verità. Su questo punto finora le ragioni dei giornalisti non sono state ascoltate”.

“La riforma della diffamazione è una emergenza, ancor prima che per alcuni nomi noti, per i mille e mille giornalisti sfruttati ogni giorno come schiavi. Il ricatto che le querele e perfino le minacce di querele determinano sui più giovani rappresenta un danno non quantificabile per la libertà di stampa, cioè per i diritti dei cittadini ad avere quelle informazioni che sono loro necessarie per scegliere in maniera consapevole. La politica vuole assumersi questa responsabilità? Lo ho fatto con quella legge fortunatamente abortita in Senato che testimoniava la volontà di tenere l’informazione sotto ricatto. Continui pure a farlo: i cittadini valuteranno il comportamento di chi in una campagna elettorale nella quale è facile prevedere ci saranno molti colpi sotto la cintura tende a mettere, anche così, un bavaglio all’informazione, un limite ai loro diritti”.

“Non c’è cittadino che possa operare scelte consapevoli senza una informazione libera, rispettosa delle verità e delle persone, pacata e responsabile”.

Iacopino ha anche sollecitato l’attuazione della legge sull’equo compenso che puo mettere fine “ad anni e anni di schiavitù di migliaia di giornalisti”.

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