Eppure si ricandidano a governare: le bufale dei berlusconidi

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Eppure per un bel po’ Alfano ha propugnato le primarie. Più che propugnarle, le garantiva con perentorietà, pur se fra un passo indietro e uno avanti di Berlusconi. Unica condizione, quest’ultima, per la rinuncia al voto della base: “Niente primarie solo se il Presidente si candida a premier!”, proclamava mite (col Capo) e chiaro (con l’opinione pubblica) Angelino. Sguardo dritto in camera, scansione netta delle parole speziata di musicale sinuosità sicula. E invece, poi, niente primarie, benché Silvio non sia candidato premier, almeno ufficialmente. Perché non rammentarlo agli elettori-teleutenti, storditi dai mantra-bufale (“Sinistra uguale più tasse!”) del segretario rinunciatario? “Ma quale credibilità può avere uno che ha detto all’infinito che si sarebbero rinnovati con le primarie, e poi le primarie non le hanno fatte?”.

Eppure Monti lo hanno sostenuto. Non solo nel novembre 2011, con la fiducia al suo governo, non solo per un anno intero, con voti a leggi e decreti: anche dopo le dimissioni del Professore, con l’offerta rivoltagli dal fu premier Papi di guidare i cosiddetti moderati alle elezioni. Perché non rammentarlo agli elettori-teleutenti, rintronati dalla gragnuola di accuse ed epiteti al capo del governo uscente? “Ma se Monti è stato fin dall’inizio incapace di intendere e di governare, se ha solo aggravato i conti e impoverito i cittadini, perché poche settimane fa volevate che guidasse il centrodestra?”. Eppure c’è stata una lunga stagione di Silvio al governo in cui si vantava di cinguettare con la Merkel: perché non rammentarlo agli elettori-teleutenti, bombardati dai jingle antitedeschi dei berlusconidi? “Ma se ora vi ergete ad oppositori unici della feroce Cancelliera, com’è che Silvio, quando sgovernava, le faceva giulivo ’cucù’?”.
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